"Mal di Ventre" Vendesi isola
Commenti a latere di un’inserzione abituale
Ancora una volta, come periodicamente accade, si cercano di vendere pezzi
di Sardegna, isole come Mal di Ventre, Budelli, isola Piana e altre…
Da circa 20 anni la storia si ripete e come sempre per due/tre mesi estivi se ne
parla (anche con vivaci polemiche) e poi tutto cade nell’oblio generale per i
restanti mesi dell’anno.
Intanto per le isole nulla cambia…
Parlo nello specifico di Mal di Ventre, isola che visito e studio da circa venti anni
e sulla quale ho realizzato alcune pubblicazioni e video.
Dicevo nulla cambia, perché come era prima che desse il nome al Parco e fosse
inserita nell’area marina di Cabras, chiamata anche area protetta del Sinis-Mal di
Ventre, tale è oggi.
Anzi, sotto certi aspetti la situazione è anche peggiorata!
Infatti il miraggio "dell’isola dei famosi" ha richiamato gli appettiti di piccoli
speculatori, pseudo ambentalisti, scafisti improvvisati e quant’altro che
millantando non so’ quali meriti, che vendono l’immagine di un isola che non
appartiene neanche a loro, ma neppure al legittimo proprietario certo Rex Miller,
ma solo
alla Sardegna e tutti quei sardi che desiderano essere protagonisti del proprio
tempo.
Si dice che non ci sia bisogno di acquistare l’Isola, perché essa è talmente vincolata
che non si può fare alcuna speculazione e che, pertanto, non ci può essere
alcun interesse all’acquisto.
Meglio lasciare le cose come stanno e risparmiare denaro…
Ma così non è, e ciò per tutta una serie di motivi.
Prima di tutto l’isola non è assolutamente protetta. In tutti questi anni non ho
mai visto polizia municipale o guardie del parco. Questo significa che tutti
possono andarci come e quando vogliono. Gli unici ad essere sacrificati
sono gli operatori ufficiali dei trasporti marittimi, che collegano l’isola con Putzu
Idu ai quali è stato promessa la realizzazione di un molo per evitare che i
visitatori si debbano fare necessariamente il bagno per imbarcarsi da e per l’isola
e che vengono oberati di adempimenti e gravosi oneri da un ente parco
troppo autoreferenziale.
E poi se l’isola fosse veramente protetta, perché nessuno fa osservare i divieti
posti sia per l’ancoraggio e sbarco sull’isola, che per la pesca. Nella parte
occidentale dell’isola si dovrebbe navigare ad un miglio dalla costa, invece…in
perido di alta stagione circa 500 persone sbarcano dall’altra parte dell’isola,
dove dovrebbero essere consentiti gli accessi solo per motivi di studio e ricerca.
Dato drammatico se rapportato ad altre isole (ben più estese) come l’Asinara
dove giornalemnte il traffico viene limitato ad alune centinaia di unità di visitatori
Il Comune di Cabras ha una visione riduttiva ed egoistica della gestione di un
isola che sua non è.
Purtroppo l’atteggiamento assunto in questi anni conferma quanto inutile sia
stata la costituzione di un ente parco che ha il solo merito di usare un
nome senza volerlo salvaguardare e rendere fruibile alla comunità.
Delle tante proposte avanzate in questi anni l’ente parco o il Comune di Cabras
(che alla fine sono la stessa cosa…) ha solo saputo fare bellissimi poster,
coloratissimi depliant con ricercati servizi fotografici, senza mai preoccuparsi
della salvaguardia dell’ecosistema dell’isola e delle testimonianza archeologiche,
che, sotto certi aspetti sono uniche al mondo!
Per esempio nessuno valuta con la dovuta importanza una cosa.
L’isola di Mal di Ventre (una delle terre emerse più antiche del Mediterraneo)
al momento, risulta l’isola minore della Sardegna con il maggior numero di
testimonianze archeologiche che dal neolitico giungono, quasi senza
soluzioni di continuità, fino all’era giudicale ed è l’unica isola ad avere la
presenza di villaggio nuragico e di una imponente villa romana fr alìaltro citata
anche da un serio studioso come il La Marmora.
Se vivessimo in un Paese civile questa circostanza avrebbe determinato
ben altre attenzioni. L’isola sarebbe veramente un "Museo a cielo aperto",
fors’anche patrimonio UNESCO.
Qui da noi, invece, ci si ricorda dell’isola soprattutto per le campagne di
pulizia dell’isola che servono solo a far ritrovare dei vecchi amici e fargli
trascorrere una giornata "formalmente ecologica" ma "sostanzialmente culinaria"
per una "nobile"causa.
I resti dei banchetti patagruelici che periodicamente vengono organizzati lo
dimostrano, con buona pace per l’ecosistema insulare, la scientificità delle
ricerche e della sardità.
Stando così le cose per questa sfortunata isola non esiste alcun futuro…
Detto questo, credo che se l’isola venisse veramente venduta forse essa
avrebbe un futuro migliore.
Sicuramente chi l’acquisterà, considerati i gravosi vincoli presenti, lo farà
solo per un valore intrinseco che Mal di Ventre possiede e che i sardi non
hanno saputo vedere e comprendere.
Roberto Copparoni
Presidente Amici di Sardegna
Nelle foto scattate il 5 agosto 2007 alcune immagini dell’Isola e dei danni
causati dalla siccità e dall’incuria dell’uomo.