raccolta curata dal Comitato ?Tuvixeddu Wive?
Breve Storia – Il luogo dove sorge la città, e soprattutto le sue grotte, furono abitati sin dall’Alto Neolitico; Monte Claro (un colle alla periferia della città) diede anche il nome ad una particolare cultura eneolitica sarda (seconda metà del III millennio a.C.). I fenici dall’ VIII al VI secolo a.C. frequentarono il golfo, creando degli approdi e un emporio, trasformato poi in piazzaforte e quindi in città, che divenne molto importante in età punica. Questo primo insediamento e l’antico porto erano situati nella laguna di Santa Gilla, dove sono stati recuperati numerosi reperti che costituiscono un importante testimonianza dei periodi fenicio e punico. La città, passata sotto il dominio di Roma nel 238 a.C., nel periodo imperiale raggiunse forse i ventimila abitanti, tracce di strade e quartieri abitativi si sono trovate un po’ dappertutto nella zona fronte mare, dove sorgono gli attuali quartieri di Marina e Stampace, dando un’ idea approssimativa di quale potesse essere l’estensione della città romana. Con la caduta dell’ Impero Romano, Cagliari fu sottoposta per breve tempo al dominio dei Vandali e in seguito dei Bizantini.
Accesso – L’accesso principale della necropoli è situato alla fine di Via Falzarego. Attualmente tutta l’area è chiusa.
Descrizione – La necropoli di Tuvixeddu, costituita da centinaia di tombe scavate nella roccia, è una delle più grandi necropoli puniche di tutto il Mediterraneo. La necropoli cominciò ad essere utilizzata in età punica (VI-III sec.a.C.), quando Cagliari assunse le caratteristiche di una vera e propria città, ma tutta la zona rimase adibita ad uso sepolcrale fino all’età romana imperiale e oltre.
I primi scavi archeologici risalgono all’ inizio del 900′ e furono eseguiti sotto la direzione del Taramelli, l’ allora Soprintendente alle arti e antichità della Sardegna, portando alla scoperta di 180 sepolture. Le tombe di età punica erano a camera e il tipo più comune aveva ingresso a pozzo verticale, a volte molto profondo, al termine del quale, in senso ad esso trasversale si apriva il portello quadrangolare che dava accesso alla vera e propria camera funeraria, di solito utilizzata per più membri della stessa famiglia. Un altro tipo di tomba invece, presenta l’ingresso della camera, a volte preceduta da un vestibolo, situato direttamente sulla parte rocciosa verticale.
Scavi più recenti portarono alla luce nuove sepolture, importanti per uno studio scientifico più accurato dell’ intero complesso sepolcrale, alcune di esse si differenziano dalle altre per la presenza di affreschi alle pareti, come la Tomba dell’ Ureo, che prende il nome dal fregio di serpenti che vi è dipinto, o la Tomba del Sid, in cui è raffigurato il giovane dio Carteginese; queste pitture avevano scopo apotropaico, servivano cioè a proteggere i defunti e la loro tomba da profanazioni o presenze malefiche. In altre tombe ricorre invece il simbolo della dea Tanith, una delle principali divinità adorate in epoca punica, scolpito nella roccia. Nella necropoli, che fino a poco fa si trovava in stato di completo abbandono e non era mai stata valorizzata adeguatamente, se non con brevi iniziative, sono di recente cominciati i lavori per la realizzazione di un grande parco archeologico e naturalistico esteso su tutto il colle, che finalmente restituirà l’area al patrimonio archeologico e culturale pubblico. All’interno del parco è prevista anche la costruzione di un museo che conservi i reperti e la storia del colle di Tuvixeddu. Il termine dei lavori è Pevisto entro il 2006.
http://www.ilportalesardo.it/archeo/cacitta.htm
La necropoli di Tuvixeddu per superficie e per quantità di sepolture è la più grande necropoli punica di tutto il bacino Mediterraneo. Dalla fine del VI sino agli inizi del III secolo a.C., i cartaginesi, che si erano stabiliti presso lo stagno di Santa Gilla, scelsero il colle per seppellirvi i loro morti. I defunti venivano deposti nelle tombe “a pozzo” scavate interamente nella roccia calcarea del colle e profonde dai due metri e mezzo sino agli undici metri. All’interno del pozzo una piccola apertura introduceva alla camera funeraria o cella. Il morto veniva calato nel sepolcro in verticale, con il corpo adagiato su una barella, in cui venivano fissati dei ganci di ferro attraverso i quali il passaggio di funi ne facilitava la discesa all’interno della tomba. Gli addetti alla sepoltura, i necrofori, scendevano nel pozzo utilizzando le “pedarole”, dei fori di forma rettangolare scavati sulle pareti frontali dei pozzi per poggiare i piedi durante la discesa e la risalita. Il defunto veniva deposto sul pavimento della camera ed era accompagnato nel viaggio verso l’aldilà dal suo corredo. Oltre ai suoi ornamenti personali (gioielli e porta profumi soprattutti) accanto al morto si deponeva il suo corredo funebre, prevalentemente ceramico: anfore, brocchette, piattini, coppe e lucerne. Il corredo funebre serviva a contenere le bevande ed il cibo necessari al defunto. I punici credevano infatti che dopo la morte convivessero due anime: una che abbandonava subito il corpo ed un’altra vegetativa che continuava a vivere per un pò di tempo ancora dopo la morte e che aveva bisogno di nutrimento per affrontare il passaggio al mondo dei morti. Compiuto il rito funebre, la camera veniva chiusa con una lastra di pietra ed il pozzo completamente riempito, spesso con lo stesso materiale estratto dallo scavo. Sulle pareti delle tombe si osservano dei tagli orizzontali, le “riseghe”, che dovevano servire per poggiare le lastre di chiusura dei pozzi per poterli poi riaprire in occasione di nuove sepolture. Nella necropoli di Tuvixeddu però le “riseghe” non hanno carattere funzionale in quanto le tombe venivano utilizzate per un unica deposizione (anche se in realtà a distanza di secoli da una prima sepoltura, si è verificato che la stessa tomba venisse riutilizzata per una seconda inumazione). All’interno di alcuni pozzi si notano delle decorazioni che riproducono simboli religiosi come la mezzaluna sorgiva (simbolo di Tanit), la palma o il globo solare, altri invece presentano delle decorazioni geometriche. Tra le sepolture se ne distinguono due di particolare bellezza: la tomba “dell’Ureo” e la tomba “del Combattente”, entrambe dipinte. La tomba dell’Ureo venne scoperta nel 1981, ed è datata intorno al IV secolo a.C. Il suo nome deriva dal serpente alato, l’ureo, dipinto sulla parete e simbolo, nell’antico Egitto, del potere. Il serpente è dipinto tra fiori di loto, palmette e due maschere gorgoniche. Queste maschere, dall’aspetto e dall’espressione orrida, secondo la simbologia religiosa antica avevano il potere di tenere lontani i demoni. La tomba del Combattente è stata esplorata sin dal 1973 e risalirebbe ad un arco temporale compreso tra il IV ed il III secolo a.C. Sulle pareti di questa tomba è dipinta una figura seminuda di guerriero barbuto con elmo sul capo, colto nell’atto di colpire con la lancia l’avversario. In origine doveva essere stata dipinta a tinte forti che sono andate sfumando col passare dei secoli. Il Combattente raffigura il divino Sid, il liberatore, che lotta contro le paure che accompagnano gli uomini durante la vita e nell’oltretomba. Purtroppo né la Tomba dell’Ureo né quella del Combattente possono essere visitate. Attualmente è molto difficile anche individuarle tra le tante tombe presenti sul colle a causa della mancanza di indicazioni in loco. Infatti, per la preoccupazione di proteggerle dal saccheggio sono state murate (ahimé!) con uno strato di cemento. In entrambe i ricercatori hanno rinvenuto diversi arredi funebri (lucerne, coppe, brocche semplici o a “biberon”) che sono ora gelosamente conservati al Museo archeologico nazionale di Cagliari. La rilevanza archeologica del colle di Tuvixeddu era conosciuta sin dalla metà del 1800 e proprio a quel periodo risalgono i primi scavi effettuati nella necropoli. Queste prime perlustrazioni vennero condotte con metodi poco scientifici e procedendo “a sbalzi”, non in maniera sistematica. Si scavava spinti dall’entusiasmo che in quel momento animava gli studi sulla cultura fenicio – punica, allora poco conosciuta. Una parte consistente della necropoli andò distrutta proprio in quegli anni a causa dell’utilizzo della collina come cava di estrazione di materiale edilizio, sorte che ha condiviso con gli altri colli cittadini. Il risultato più evidente del frenetico lavoro di scavo intrapreso già dall’ epoca è il profondo canyon artificiale che si apre alle spalle della necropoli. Esso copre una superficie immensa che da via Falzarego (ingresso principale della necropoli) giunge sino a via Is Maglias. Nei primi decenni del 1900 l’attività estrattiva raggiunse il suo culmine. Con il materiale ricavato dal colle si incrementò la produzione di cemento e calce favorendo lo sviluppo del cementificio di via Santa Gilla, oramai completamente abbandonato ad un lento ed inesorabile degrado. Esso rimane comunque un importante esempio di archeologia industriale in città. Sono bene evidenti i tagli causati dalle ruspe, che hanno “sezionato” le tombe distruggendone una gran parte. Nonostante i gravi danni causati, la destinazione della collina come cava l’ha, seppur paradossalmente, preservata da un’urbanizzazione selvaggia che avrebbe quasi sicuramente segnato il suo destino. Dall’osservazione della parete di tombe sezionata, gli archeologi hanno potuto studiare la disposizione delle sepolture e trarne utili informazioni per conoscere il rituale funebre di età punica. I tagli sulla roccia hanno messo in evidenza anche un lungo tratto dell’acquedotto romano che attraversa tutta la necropoli e la taglia al centro.
Attualmente sulla collina sono in corso i lavori per la realizzazione del Parco Archeologico che preserverà tutta l’area dallo stato di abbandono da cui versa da ormai troppi decenni e che l’ha resa facile preda di tombaroli privi di scrupoli. Durante le opere di sistemazione, nello spazio che nel progetto del Parco è destinato ad ospitare la biglietteria ed i servizi (cioè al lato dell’ingresso di via Falzarego), sono emerse nuove tombe sino ad ora inesplorate. Questa recente scoperta testimonia come le tombe abbiano occupato tutto lo spazio della collina. In questo lato della necropoli è accaduto che molte tombe si siano sovrapposte le une alle altre, creando delle situazioni in cui il pozzo dell’una si può trovare sopra la camera dell’altra. Questa sovrapposizione è causa di cedimenti nel terreno. Tra le tombe della parte più interna della necropoli invece si rispetta una maggiore distanza tra una cella e l’altra. Oltre alla necropoli di Tuvixeddu, sepolture di epoca punica sono state rinvenute sul colle di Bonaria, come scriveva nell’ottocento lo Spano: “Questa collina (Bonaria) è storica e monumentale, perché vi si trovano sepolture cartaginesi…”. Per il momento non si sono trovate invece a Cagliari testimonianze di sepolture fenicie. I fenici a differenza dei loro predecessori cartaginesi, praticavano l’incinerazione, ossia la cremazione del corpo del defunto.
Sul colle di Tuvixeddu si trova anche una necropoli romana. Le sepolture romane sono sparse lungo il pendio del colle che degrada verso viale Sant’Avendrace. L’intero viale, in periodo romano, costituiva la necropoli occidentale della città (contrapposta a quella orientale che si estendeva dal complesso di San Lucifero e San Saturnino sino a Bonaria). I romani avevano un concetto della morte molto diverso rispetto a quello dei punici. Per essi la morte era nefasta e generava contaminazione. Per questo i luoghi di sepoltura si trovavano fuori dal centro abitato, lungo le vie di accesso (e viceversa, d’ingresso) delle città. Al contrario, la necroli punica sorgeva proprio di fronte al centro urbano che si estendeva nei pressi dello stagno di Santa Gilla. In viale Sant’Avendrace si può visitare la Grotta della Vipera, il più importante monumento funebre di epoca romana, eretto in memoria della nobile matrona romana Atilia Pomptilla. Nella necropoli romana di Tuvixeddu prevale il rito funebre dell’incinerazione (ossia della cremazione del corpo del defunto) tipico dell’età repubblicana. In seguito si diffuse anche la pratica dell’inumazione dei corpi e per un certo periodo si praticarono entrambi i rituali. Nella necropoli romana di Bonaria, per esempio, i due riti coesistevano persino all’interno di una stessa area cimiteriale. Le sepolture più frequenti infatti sono i colombari, cioè le camere scavate nella roccia con piccole nicchie alle pareti dove venivano deposte le urne contenenti le ceneri dei defunti. Uno di essi si trova all’interno della Grotta della Vipera, ed è noto come Colombario di Berillio. Sul colle tra i cespugli sono visibili anche delle sepolture più semplici di forma rettangolare scavate nel calcare. All’interno di esse sono state ritrovate delle cassettine di legno o di metallo contenenti le ceneri del defunto.
Il colle di Tuvixeddu raggiunge in altezza i 99 metri sopra il livello del mare. Ancora oggi è incerta l’origine del nome intorno al quale esistono varie ipotesi: Tuvixeddu potrebbe derivare da tuvu (cava) e quindi significare piccola cava o piccola grotta in riferimento alle numerose grotte, ai cunicoli, ai pozzi ed alle cavità naturali e artificiali sparse sul colle; oppure Tuvixeddu potrebbe significare collina dai tanti fori, le tombe a pozzo, scavate nella roccia dai cartaginesi per seppellirvi i loro defunti. Fonti: http://www.cagliaridascoprire.it/archeologia/necropoli_di_tuvixeddu.htm
Tuvixeddu Vive Artigianrte editrice Cagliari 1997 Studio realizzato dall?Associazione Amici di Sardegna per La prima edizione di « Monumenti aperti » a cura di Roberto Copparoni, Angelo Pili, Marcello Polastri.
NECROPOLI DI TUVIXEDDU sito archeologico:
necropoli punico-romana
dove: Cagliari, sul colle di Tuvixeddu-Tuvumannu
epoca: VI secolo a.C.- I sec. d.C. (età repubblicana)
civiltà: Punica e Romana
Due parole su Cagliari città fenicia
Karalis è la latinizzazione del nome punico di Cagliari, Krl , da leggere, probabilmente, Karel, Città di Dio.
La città , che fu fondata dai Fenici nel VII sec.a.C., conobbe una frequenza preistorica dal VI al II millennio a.C. nei promontori di Tuvixeddu e di S.Elia. Il primo insediamento della città fenicia, aperto verso lo stagno di Santa Gilla, si trovava nelle zone dell’odierna Piazza del Carmine e della stazione ferroviaria. In linea con gli altri centri fenici, l’antica Karalis aveva l’acropoli (l’attuale zona di Castello), un tophet (probabilmente in località S.Paolo) e alcune necropoli.
La necropoli di Tuvixeddu
la necropoli di Tuvixeddu è la più famosa necropoli dell’antica Krl.
È una delle più grandi e importanti del Mediterraneo, per varietà tipologica e per il discreto stato di conservazione delle tombe (oltre 1100 tra puniche e romane).
Si pensa che la necropoli di Tuvixeddu /Tuvumannu fosse la necropoli più importante della città punica, mentre le altre sarebbero state legate a quartieri di nuova espansione lontani dal settore occidentale o, come nel caso della necropoli di Bonaria, ad un insediamento extraurbano.
Perché proprio a Tuvixeddu?
la scelta geografica della necropoli non pare essere stata casuale: i Punici avrebbero avuto bisogno di un ampio colle calcareo sia per l’abbondante utilizzo di calcare per le costruzioni (è probabile che a loro si debbano ricondurre le prime cave), sia per la possibilità di impiantare delle tombe a pozzo, di origine cartaginese.
Le tombe
la necropoli punica di Tuvixeddu/Tuvumannu presenta due tipologie di tombe con numerose varianti: le tombe in terra e le tombe in roccia.
tombe in terra
appartengono alle fasi finali della necropoli, sono difficili da riconoscere e da conservare per la loro natura di semplice avvallamento e per la superficialità nel terreno.
Possono essere tombe a fossa (rettangolari, per un unico inumato), o a enchitrysmos ( il corpo, solitamente di una persona di giovane età, era posto in un’anfora tagliata e poi in una fossa).
tombe in roccia
sono la maggioranza e si dividono in tre varianti: a fossa, a pozzo semplice e a pozzo con camera ipogeica.
tombe a fossa: sono strutture rettangolari o trapezoidali ricavate fra le tombe a pozzo e influenzate da queste per la profondità e per l’orientamento.
tombe a pozzo semplice: rare; sono a pianta rettangolare. La deposizione avveniva direttamente sul pavimento o in una fossa chiusa poi da lastroni.
tombe a pozzo con camera ipogeica: la maggior parte delle tombe di Tuvixeddu/Tuvumannu sono di questo tipo.
Un pozzo d’accesso (liscio, con tacche o pedarole per la discesa), conduce a una camera sepolcrale, alla quale si accede tramite una porta rettangolare, chiusa da un portello (un blocco monolitico).
Il vano funerario è solitamente rettangolare, con soffitto e pavimenti piani: presenta fosse in forma di loculi rettangolari sul pavimento, e banconi di roccia nei lati lunghi.
Sulle pareti si possono trovare nicchie per il corredo, talvolta decorate con figure simboliche, come il simbolo di Tanit.
Le due tombe principali
tipo: a camera ipogeica. Furono scoperte dal Canepa negli scavi del 1973 e del 1981.
Sono le cosidette tombe “Del Sid” e “Dell’ Ureo”.
Tomba del Sid
sotto il soffitto presenta un fregio in ocra rossa e in azzurro, e nelle tre pareti (esclusa quella d’ingresso) una nicchia rettangolare con tre betili in rosso all’interno.
Il nome particolare deriva dalla raffigurazione di un personaggio maschile barbato, con elmo e lancia, identificato da F.Barreca con il dio guerriero fenicio-punico Sid.
Tomba dell’Ureo
lungo le pareti laterali, un fregio di palmette e fiori di loto in rosso scuro, e nella parete di fondo, un fregio costituito da un ureo alato (il serpente con disco solare, tipicamente fenicio), con ai lati due fiori di loto e due gorgoneion (il volto mostruoso con serpenti ai lati).
Gli scavi
I primi scavi della Shad Elonim (“Campo degli Dei”, nome fenicio che indica la necropoli), risalgono al 1855 ad opera del canonico Giovanni Spano. Si sono poi susseguiti negli anni gli scavi del Taramelli, Crespi ed Elena, fino agli ultimi eseguiti da Donatella Salvi nel 1997.
Informazioni turistiche Ass.ne Amici di Sardegna tel. 070651884; Visite guidate solo con appuntamento
di Manuela Cuccuru Fonte: http://www.sardiniapoint.it/1625.html
Riqualificazione urbana ed ambientale dei colli di San Avendrace (Cagliari).L’intervento di Tuvixeddu è realizzato dalla società Iniziative Coimpresa S.p.A. con sede in Cagliari che ha tra i principali soci la Cualbu s.r.l. Si tratta del programma urbanistico-edilizio più importante mai realizzato nella città di Cagliari perchè interessa ben 460.000 metri quadri di aree in centro urbano. Non si tratta di un semplice progetto edilizio, ma di un Piano integrato d’area, cioè di un insieme di interventi di diversa natura, coordinati ed univoci nella loro pianificazione così come nel loro disegno e realizzazione. Fonte: http://www.cualbu.it/index.html
Passerella pedonale sul canyon di Tuvixeddu Il ponte pedonale si inserisce nel progetto di completamento e integrazione del Parco Archeologico urbano di Tuvixeddu a Cagliari. Lo studio Masoero e De Carlo Architetti Associati è stato incaricato dal Comune di Cagliari dello sviluppo del progetto generale ed architettonico del Parco. Il ponte è situato nell’area del Colle dei Punici e consentirà il passaggio pedonale da una parte all?altra del canyon, la grande voragine al centro dell?area. Sarà un segno nel paesaggio, visibile anche dalla nuova sottostante strada di attraversamento. Il ponte è costituito da un?unica campata di circa 50 metri con un impalcato realizzato da un cassone monocellulare in acciaio ad altezza variabile. Sono previsti diaframmi di irrigidimento posti ad un passo variabile e con nervature longitudinali. Arup ha partecipato con gli architetti al concept della passerella e ha eseguito la progettazione strutturale del cassone in acciaio. Il progetto esecutivo è attualmente in fase di approvazione. Cliente Comune di Cagliari Architetto Masoero e De Carlo Architetti Associati Fonte: http://www.arup.com/italy/project.cfm?pageid=8302
Il blocco dei lavori a Tuvixeddu-Tuvumannu Firmato il provvedimento di sospensione dei lavori in corso nel colle di Tuvixeddu-Tuvumannu, che inibisce l’inizio di qualsiasi attività e sospende quelle in corso. La necropoli fenicio-punica più importante del Mediterraneo protetta dal Piano paesaggistico.
Cagliari, 12 gennaio 2007 – Ieri sera il direttore del servizio dei Beni culturali dell’assessorato alla Pubblica istruzione ha firmato un provvedimento che inibisce “tutti i lavori, riferibili ad opere pubbliche o opere a carattere privato, comunque capaci di recare pregiudizio al paesaggio nella zona del colle di Tuvixeddu ? Tuvumannu nel Comune di Cagliari”.
L’area è quella delimitata dalla deliberazione assunta nella seduta del 16 ottobre di dieci anni fa, 1997, della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Cagliari e che va dal viale Sant’ Avendrace, all’altezza della via Montello, si prosegue lungo lo stesso viale sino all’incrocio tra viale Trento e viale Trieste, si segue in viale Trento e quindi svolta in viale Merello che si percorre sino a piazza D’Armi.
Dalla piazza D’Armi, si scende lungo via Is Mirrionis sino all’incrocio con via
Timavo che si percorre sino alla via Monte Santo, si segue la via in direzione Est sino a via Argonne, si prosegue quindi lungo la via Argonne in direzione Sud, si svolta a destra in via Col
d’Echele che si percorre per un brevissimo tratto per svoltare a sinistra e immettersi nella via Is Maglias all’altezza del distributore, si segue la via Is Maglias per un breve tratto e si svolta in via Asiago, si percorre questa via, quindi la via Montello, sino a incrociare il viale Sant’Avendrace nel punto di partenza.
Nella determinazione del direttore di servizio è scritto che “sono fatti salvi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria regolarmente autorizzati dalle autorità competenti ed insistenti sulla stessa area”.
Il provvedimento, ai sensi del comma 3 dell’art. 150 del D. Lgs 22.1.2004 n. 42, ha efficacia per il periodo di novanta giorni a decorrere dalla data di notifica al Comune di Cagliari, che provvederà per quanto di competenza.
L’atto firmato dal direttore di servizio e trasmesso all’assessore ad interim Carlo Mannoni, fa riferimento in particolare al Piano paesaggistico regionale, le cui norme tecniche di attuazione “al fine di tutelare e valorizzare il territorio della Regione, individua alcuni sistemi storico-culturali che rappresentano le più significative relazioni sussistenti tra viabilità storica, archeologia ed altre componenti di paesaggio aventi valenza storico culturale”. Nel contesto di tali sistemi storico culturali trova collocazione quello relativo al “Sistema dei Colli” di Cagliari, comprendente, tra l?altro, il colle di Tuvixeddu-Tuvumannu ritenuto dallo stesso Ppr area di notevole interesse pubblico e perciò “funzionale alla predisposizione di programmi di conservazione e valorizzazione paesaggistica” e che la scheda d’ambito “Ambito n. 1 Golfo di Cagliari” dà gli indirizzi per la predisposizione dei programmi di conservazione e valorizzazione paesaggistica del colle di Tuvixeddu-Tuvumannu. Il lavori in corso a Tuvixeddu-Tuvumannu, “cospicui interventi, sia a carattere pubblico che privato, per l’incidenza sulla morfologia del sito e per la loro collocazione a ridosso della necropoli fenicio-punica e della vasta area storica e monumentale del colle, sono capaci di pregiudicare il bene paesaggistico tutelato dal Ppr, limitando la possibilità della Regione di intervenire con le previste misure di recupero e riqualificazione”.
Fonte: http://www.regione.sardegna.it/primopiano/1.html
Lavori Tuvixeddu: la Regione fa appello al comune
Blocco delle concessioni edilizie nel colle di Tuvixeddu, annullamento di quelle eventualnente concesse di recente, e iniziativa convergente per la tutela dell?area da parte della Regione e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, che chiedono la collaborazione del Comune di Cagliari. L?assessore ad interim della Pubblica istruzione e Cultura, Carlo Mannoni, ha scritto una lettera al sindaco Emilio Floris, che aveva incontrato negli uffici di viale Trento anche il Presidente della Regione, Renato Soru.
CAGLIARI – Mannoni ricorda nella lettera che l?area di Tuvixeddu è già stata individuata per la sua valenza dal Piano paesaggistico regionale, che la Regione ha costituito la Commissione (prevista dall?art. 137 del D. Lgs 42/04) con il compito di individuare i beni da sottoporre alla dichiarazione di notevole interesse pubblico. Poi informa ufficialmente il sindaco di Cagliari che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha sollecitato i propri Uffici territoriali ad avanzare anch?essi una proposta di notevole interesse pubblico per l?area.
A riguardo delle autorizzazioni edilizie, l?Assessore regionale chiede al sindaco qual è lo stato di attuazione dell?Accordo di programma sottoscritto per Tuvixeddu-Tuvumannu il 15 settembre del 2000, chiede che sia precisato ??quali concessioni edilizie siano state rilasciate anteriormente alla data di approvazione del Piano Paesaggistico Regionale e contestualmente se risultano rilasciate concessioni successivamente al 25 maggio 2006, data di entrata in vigore del PPR??. ??Per effetto del Piano medesimo ? scrive Carlo Mannoni – si ricorda che in mancanza dell?intesa non possono essere rilasciate autorizzazioni edilizie successivamente alla sua entrata in vigore e che pertanto eventuali provvedimenti adottati in questi ultimi mesi sono da ritenersi nulli??. L?Assessore ricorda ancora che ??nel caso di piani articolati e complessi, il mancato rilascio anche di una sola parte dei titoli abilitativi afferenti tali interventi assoggetta l?intero intervento al raggiungimento della nuova intesa??. Mannoni annuncia infine che l?Amministrazione regionale provvederà ad avviare a brevissima scadenza le procedure previste, convocando l?apposita conferenza di servizio per la discussione e la definizione dei contenuti dell?intesa. Fonte: http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=8206
Tuvixeddu. Italia nostra: “Bloccare il cemento” 12 gennaio 2007
Dopo Monticchiello e Mantova, non si placano le minacce al paesaggio e ai beni culturali in Italia: e’ l’allarme lanciato da Italia Nostra onlus che denuncia la situazione di Tuvixeddu, in Sardegna, una delle piu’ importanti necropoli puniche e romane del Mediterraneo, anche questa minacciata dal cemento. Italia Nostra chiede ora una maggire decisione da parte del ministro per i Beni e le Attivita’ Culturali Francesco Rutelli.
Per il momento, sembrano essere gli amministratori locali i piu’ sensibili al tema della tutela e del rispetto dei beni culturali e del paesaggio: tra questi Renato Soru, presidente della regione Sardegna, che non solo ha bloccato i lavori a Tuvixeddu, ma si e’ battuto prima per la salvaguardia delle coste, poi contro l’invasione delle torri eoliche arrivate tra i nuraghi. Nella vicenda della necropoli ”e’ stato lodevole anche il comportamento del presidente della Commissione Cultura della Camera, Pietro Folena – si legge nella nota di Italia Nostra – che ha fatto un immediato sopralluogo a Tuvixeddu. Ci si sarebbe invece aspettati un intervento ben piu’ deciso da parte del ministro dei Beni Culturali, peraltro sollecitato a intervenire nei mesi scorsi dallo stesso Renato Soru”.
Fonte: http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/articles/art_9674.html
Provincia potrebbe acquisire Tuvixeddu
«La proposta della Provincia di acquisire l?area di Tuvixeddu era sicuramente provocatoria, ma voleva rappresentare un disagio complessivo che permane. Se avessimo le risorse necessarie, valuteremmo la possibilità di acquisirla: sarebbe uno sforzo economico che produrrebbe sviluppo, ma imbarcarci in questa impresa da soli, non è certamente possibile».
L?ha affermato il presidente della Provincia Graziano Milia, rispondendo a due interrogazioni, svolte nelle sedute precedenti, da Ignazio Tolu (capogruppo RC) e Gianluca Grosso (AN).
«La Provincia si mette a disposizione ? ha aggiunto Milia – per un discorso complessivo sui beni della città e se Regione e Comune si muovessero nella direzione dell?acquisizione di quella zona, noi saremmo disponibili». (red)
Fonte: http://www.admaioramedia.it/pagine/notizie_dettaglio.asp?Id_notizia=6453
NB Risulta interessante andare a vedere questo sito: http://www.corradococco.it/tuvixeddutemp.html
Per vedere l?impostazione data al Marketing delle vendite della futura area residenziale di Tuvixeddu
Fra gli interventi di valorizzazione dell?ingente patrimonio monumentale, storico, culturale e ambientale della città, non si può non riconoscere la portata del progetto di valorizzazione ambientale e culturale che interessa i colli di Sant?Avendrace, Tuvixeddu e Tuvumannu. Nel complesso, nel quadro di un accordo di collaborazione pubblico-privati, saranno realizzati 22 ettari di parco ambientale e archeologico con la valorizzazione museale della necropoli ed il rifacimento di tutta la viabilità di Il parco archeologico si estenderà in una area di circa 20 ettari. Si prevede la realizzazione di un grande parco pubblico comprendente tutto il colle di Tuvixeddu, dal viale di S. Avendrace fino alla sommità del colle e alla sommità del colle dei Punici. Verranno attrezzate un’area archeologica, un’area naturalistica ed un’area ricreativa e sportiva. L?edificio principale destinato ad ospitare il museo sarà dotato di sale per esposizioni permanenti o temporanee, laboratori e depositi, oltre che di tutti gli spazi accessori relativi ai servizi, agli archivi e agli uffici amministrativi. Gli edifici esistenti saranno oggetto di un più ampio programma integrato di trasformazione come elementi di archeologia industriale, di deposito e per servizi. Fonte:http://www.cagliarimigliora.it/progettifuturi/page.php?id=60
Il quartiere occidentale di Cagliari è dominato dalla collina calcarea di Tuvixeddu, il cui nome dialettale indica “colle dei piccoli buchi”, per via delle migliaia di tombe a pozzo che costituiscono la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo. Scavata tra il VI e il III secolo a.C. questo complesso cimiteriale, interessante dal punto di vista storico-culturale è oggi sottoposto a lavori di ripristino per accelerare la creazione del parco archeologico.
In passato, ad evitare la zona erano in tanti e perfino le guide turistiche locali preferivano escludere questa meta dai più accreditati itinerari: l’esistenza dei pozzi d’accesso alle camere sepolcrali, profondi dai due ai sette metri, rende ancor oggi pericolosi i percorsi nella superficie collinare. Narra la leggenda che la tomba di maggior valore e quindi la più ricca, contenente elementi aurei che fanno gola ai tombaroli, mai è stata riportata alla luce perché protetta dai numi tutelari dei defunti appositamente incaricati dal regno dei morti.
Tuttavia, sono numerosi i reperti rinvenuti in parecchie tombe nel corso delle campagne di scavo scientifico, in origine riposti dai necrofori per accompagnare il defunto nell’aldilà: vari effetti personali, ampolle portaprofumi, armi, lucerne, anfore varie, gioielli, sono oggi contenuti nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. La leggenda più ricorrente dell’area ritiene che uno dei passaggi segreti che si aprono nel fianco della collina, dopo un lungo e impervio percorso, conduce in una sala sotterranea che ospita due grossi ed enigmatici otri. Uno conterrebbe un tesoro di inestimabile valore, l’altro numerose “Muscas Maceddas”, in altre parole delle mosche diaboliche incaricate da Satana di procurare, con una dolorosissima puntura, la morte al malcapitato ricercatore che aprirà l’anfora sbagliata. In alcune guide della città, sulla necropoli di Tuvixeddu, sono contenute simili leggende che hanno per elemento centrale tesori e protettori degli stessi. A pensare che in realtà, dentro molte camere sotterranee di questa incantevole zona sono incise, scolpite o dipinte raffigurazioni di divinità che dovrebbero proteggere i corredi funerari e le salme contenute nel sottosuolo. E’ il caso della “Tomba dell’Uréo”, cavità artificiale decorata con maschere gorgoniche dipinte in ocra rossa. E’ oramai consuetudine sapere che la gorgone ha avuto la capacità di incutere timore alle generazioni dell’antichità poiché chi osava sfidarla guardandola negli occhi, rischiava di rimanere pietrificato per l’eternità. Fonte: http://www.creepynet.it/page82.html
A seguito della distruzione di una ennesima tomba romana in viale Sant’Avendrace a Cagliari e in relazione al comunicato inviato ieri l’altro, si segnala che nel pomeriggio di ieri gli Amici di Sardegna, insieme ai residenti del Comitato Tuvixeddu Vive e ai Verdi di Cagliari hanno allestito un banchetto dove hanno fatto vedere ai cittadini quale è il grado di considerazione che le amministrazioni competenti riservano al nostro patrimonio storico archeologico. Infatti proprio due giorni fa’ una ruspa ha scoperchiato una tomba romana asportandone la volta per realizzare dei posti auto per una nuova palazzina in piena area archeologica. Ci meraviglia che il Comune di Cagliari abbia autorizzato questi lavori e ci rammarichiamo di quanto poca importanza venga riservata alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale. Si allega copia del comunicato diffuso:
Anni fa’ un importante politico, con grande enfasi, disse:”Mai più una goccia di cemento a Tuvixeddu!”
Con il senno di poi possiamo dire che questo è,paradossalmente, vero! Infatti non si è trattato solo di gocce, ma di metri cubi di cemento armato, di imponenti sbancamenti, possenti urbanizzazioni e viadotti.
Tutto questo ha determinato la distruzione di centinaia di tombe e di preziosi reperti archeologici.
A chi giova tutto questo? Perché distruggiamo questo importante sito archeologico per ricavare 4 posti auto?
Cagliari e una delle città d’Italia più ricca di testimonianze archeologiche. Ma dove sono finite le ville Romane, il Tophet di San Paolo,Tuvixeddu la più importante necropoli fenicio punica del Mediterraneo e la città giudicale di Santa Igia?
Cosa viene fatto per salvaguardare e rendere fruibili i siti storico monumentali della città? Perché i Monumenti che diciamo di voler Aperti non si rendono fruibili in tutto il corso dell’anno? Perché non li si affidano ad Associazioni, Scuole, Condomini o privati cittadini che, almeno, li valorizzerebbero togliendoli dall’incuria e dal degrado? La qualità della vita e il senso civico a Cagliari è anche questo! Roberto Copparoni
Fonte: http://beppegrillo.meetup.com/31/boards/view/viewthread?thread=1801931&listpage=180
Agenda delle inaugurazioni Visita Guidata Cagliari – Necropoli di Tuvixeddu
In compagnia di Donatella Salvi e Maurizia Canepa, i visitatori avranno modo di accostarsi alla necropoli punico-romana di Tuvixeddu, tappa fondamentale nel percorso della storia della antica kalares. Promosso da: Soprintendenza Archeologica per le provv. di CA e OR
Data Inizio: 28/02/2001; Data Fine: 28/02/2001; Costo del biglietto: Ingresso libero; Prenotazione: Obbligatoria
Prenotazione telefonica: 07060518245; Città: Cagliari; Luogo: Area archeologica; Indirizzo: Via Falzarego; Provincia: Cagliari; Regione: Sardegna; Orario: 10,00; Telefono: 070605181; Fax: 070658871
E-mail: 179@rpv.beniculturali.it
Sito Web: http:// Fonte: http://www.beniculturali.it/eventi/dettaglio.asp?nd=ec,ag&idevento=28744
Tuvixeddu, un appalto a rischio per la costruzione della strada
Il primo lotto dei lavori è stato assegnato alla Gecopre per un importo di nove milioni Cinzia Isola Il giornale di Sardegna cagliari@gds.sm
Sul primo lotto dei lavori per 1’ecomostro di’Tuvixeddu si addensano nuvoloni neri. Che scaricheranno grandine e fulmini e parcelle milionarie sopra il palazzo del Comune. Ma per sapere se questi nuvoloni davvero scaricheranno tutto questo, bisognerà aspettare il 25 gennaio prossimo. Quando il Tar Sardegna si esprimerà sulla legittimità del ricorso presentato dall?impresa di costruzioni Fabiani spa contro l’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione della galleria che da via Cadello porterà fiumi di auto fino a via Is Maglias.
NOVE MILONI e passa di euro: questo I’importo già stanziato per il primo Iotto dèll’inter`vento. La società che dovrebbe eseguire i lavori è la Gecopre, che ha offerto un ribasso del 23,32 per cento sulla base d’asta. Ma la Gecopre non è stata 1’unica ditta a partecipare al bando: c’era anche la Fabiani. Anche la Fabiani aveva proposto un notevole ribasso al Comune per la realizzazione della strada. Ma è stata esclusa “per un’anomalia delle offerte del l8 maggio 2005: Questo quello che gli avvocati Gabriele Racugno, Paolo Carbone e Carlo Ponzano scrivono nelI ricorso presentato al Tar lo scorso luglio. La Giunta comunale, nella riunione del 28 luglio, l’ultima prima delle ferie estive, ha discusso del problema. E ha deciso di andare comunque avanti: 1’appalto è stato aggiudicato alla Gecopre, nonostante il ricorsa non abbia ancora terminato il suo iter. I giudici amministrativi non avevano ancora dato alcuna risposta in merito al quesito posto dalla Fabiani. Ma passano sei giorni e dal Tar arriva un’ordinanza firmata dal presidente Paolo Turco: iI ricorso è ammissibile, sono state riscontrate delle illegittimità. Nel merito si entrerà il 26 gennaio. Quando il collegio si riunirà per decidere le sorti dell’appalto sulla strada più contestata della città.
QUALI SONO quindi i possibili sviluppi della faccenda? Se il Tar dovesse dare ragione al Comune, tutto rimarrà così come stabilito dall’assessorato ai Lavori Pubblici. La Gecopre spenderà quei nove e passa milioni di euro e finirà l’intervento. Se invece i giudici amministrativi daranno ragione alla Fabiani e al suo ricorso, l’amministrazione civica sarà costretta o ad annullare la gara d’appalto e rifarla da capo. Oppure la Fabiani subentrerà al posto della Gecopre. E il Comune dovrà sborsare un’altra volta i quattrini già spesi dalla Gecopre.
Il primo lotto della tangenziale tra voragini e doppi sensi alternati
Nove milioni di euro e un doppione viario che ucciderà la quiete in tutto il quartiere Il Giornale di Sardegna
1 lavori sono stati appaltati, i soldi (in parte) stanziati, i cittadini avvisati. La strada di Tivixeddu, quell’ecomostruoso asse mediano di scorrimenbo che da via Cadello dovrebbe portare fiumi di auto fino a via San Paolo, dall’altra parte della città, deve essere fatta e in fretta pure. A cominciare dal primo lotto: quello che dovrebbe collegare via Cadello con via Is Maglias. E che distruggerà la quiete degli abitanti del rione. In fretta.
È questa la parola d’ordine degli assessorati comunali al1’Urbanistica e ai lavori pubblici: una parola del tetto diversa da quella della Regione. In più di un’occasione diversi rappresentanti della Giunta Soru hanno espresso il loco parere negativo sulla strada. Prima sono arrivate le critiche al progetto, poi le richieste di una valutazione di impatto ambientale, poi, per finire, 1’assessore all’Ambiente Tonino Dessi ha tagliato ogni speranza ai volenti asfalto dell’amministrazione cittadina: «I due lotti della strada che dovranno passare dentro 1’area archeologica di Tuvixeddu e sopra il liceo classico Siotto Pintor – ha detto Dessì – non si faranno: la Regione non darà l’avallo per la richiesta di finanziamenti statali. Vittoria (per ora solo dichiarata) per i cittadini che nei mesi successivi all’approvazione del progetto definitivo hanno combattuto contro la realizzazione dell’ecomostro.
Ma nelle scorse settimane, era il 29 agosto, il Comune di Cagliari ha affidato la realizzazione del primo lotto dei lavori dello stradone (il tratto da via Cadello a via Is Maglias) alla società edile Gecopre per un importo di 9.919.064,80 euro più iva. Venti miliardi di vecchie lire che serviranno a costruire una enorme galleria nella collina di Tuvumannu. Galleria che, se i lavori di proseguimento dell’asse mediano saranno effettivamente bloccati dalla Regione, si trasformerà in inutile doppione di via is Mirrionis. In via Roma, palazzo comunale, hanno però idee opposte: «Se anche dovesse essere bloccato il progetto – spiegano dall’assessorato ai Lavori Pubblici – la bretella di congiunzione di via Is Maglias sarà utilissima perché collegherà quel1a parte della città con le maggiori arterie viarie sarde, con un miglioramento di tutto il traffico della zona.
Tola non è contrario ?Quella strada serve?
Parla il sovrintendente ai Beni Ambientali
È come 1’uscita a sorpresa di un portiere che gioca d’anticipo: Gabriele Tola, sovrintendente ai beni ambientali, su Tuvixeddu però non si schiera in difesa. A1 contrario: dice sì alla nuova strada che taglierà il cuore della città, e anche agli interventi edilizi accanto alla necropoli. Certo, con le opportune garanzie. Certo, magari rivedendo i progetti. Ma il sovrintendente ci sta: vorrebbe il parco e le case, al posto dell’immondezzaio che grava oggi sui tesori archeologici. E la proposta di Milia? «Bella ma fantascientifica: se mai la Provincia avesse i soldi per acquistare Tuvixeddu, non potrebbe trovare le risorse per gestire 1’oasi. Ecco perché 1’analisi di Tola diventa forse la più interessante nel dibattito aperto sul futuro di Tuvixedda. Ecco perchè il sovrintendente non si nasconde:«Il piano Coimpresa non è una colata di cemento- sostiene- ma un intervento che rispetterà il parco. L’edilizia può andare di pari passo con il recupero archeologico. Allo stesso modo la strada di Tuvixeddu può convivere con il rispetto del paesaggio: non dimentichiamoci che passerà su un canyon artificiale che già esiste. Quell’arteria serve al traffico di Cagliari: si può ripensare il tracciato, ma unirà i due costoni rocciosi che dividono in due la città E stiamo parlando di un’area di cava che oggi è pesantemente degradata. Sono a favore del recupero delle archeologie industriali. Dunque non una difesa del1’ambiente a tutti i costi, nel Tola pensiero c’è posto per interventi mirati: «Tuvixeddu avrà 37 ettari di oasi, sono abbastanza No, non sono contrario alla strada. Jacopo Norfo Il Giornale di Sardegna 22 settembre 2005
Fonte : http://www.cagliarisocialforum.it/stampa/sett05l.html
Visita anche questo sito: http://www.tuvixeddu.com/
La città è di tutti.
La nostra città gode di un patrimonio ambientale inestimabile. Le proposte verdi saranno mirate alla tutela e valorizzazione di queste ricchezze.
Non siamo favorevoli ad una tutela ed ad un conservazionismo fine a se stesso, anzi vogliamo che la protezione e la cura si sostituiscano al degrado. Non preserveremo l?ambiente perché è bello e così deve rimanere, in questo caso come per le grandi foreste, i mari e le risorse energetiche, la nostra politica è quella di uno sfruttamento attento, sostenibile e rinnovabile del patrimonio esistente.
Le nostre risorse storiche, ambientali, paesaggistiche e culturali saranno protette e messe in risalto, cercando un mix che concili il mantenimento dei valori esistenti con il rinnovamento e il recupero attento di quanto finora abbandonato e lasciato al caso.
I beni della città saranno per il cittadino.
Pensiamo ad un sistema di musei e parchi che integri i beni storico -culturali della città con quanto abbiamo in tema naturalistico: Litorali Poetto e Giorgino; Zone umide Molentargius e Santa Gilla con relative saline; Parchi e giardini cittadini; Recupero zone inutilizzate Tuvixeddu, Tuvumannu, Monte Urpinu, Colle di S. Ignazio, ex area militare di Marina Piccola, Sant?Elia e Sella del Diavolo; Utilizzo aree che verranno dismesse dalle servitù militari
Vivere veramente la Città
Bonifica e recupero delle aree del colle di Monte Urpinu che si trovano nel colle compresa l?ex cava, l?ex deposito della marina di via dei Conversi, nonché le aree intorno all?ospedale Binaghi con la creazione di centri di spettacolo e di aggregazione. Parco S.Bartolomeo, Sant?Ignazio, S.Elia; Parco Tuvixeddu ? Tuvumannu finalmente aperto; Zone umide S.Igia ? Molentargius; Integrazione dei giardini esistenti con il tessuto della Città eliminando le barriere che, pur proteggendo i luoghi pubblici, ne pregiudicano il godimento.; Recupero e bonifica delle aree degradate con impianto di piante autoctone e creazione dei piccoli vivai o orti urbani per gli abitanti della terza età; Riutilizzo delle acque reflue del depuratore di Is Arenas e l?incentivazione a creazione di impianti di riutilizzazione delle acque piovane anche di piccole dimensioni o condominiali per il mantenimento del verde delle aree pubbliche e giardini privati. Fonte: http://verdicagliari.blog.tiscali.it/dt2472087/
L?Ambiente a Cagliari: natura, cultura, storia e tradizione, vera risorsa per la città
Premessa
Paradossalmente la nostra città potrebbe vivere di turismo ed eventi culturali per tutto l?anno. Invece si trascurano siti e monumenti come l?insediamento romano di vico Lanusei , la villa di Tigellio, si trasformano preziose testimonianze architettoniche e storiche in prestigiose salette di Pub e circoli privati o si destinano aree di pertinenza a parcheggi o officine come è avvenuto per la importantissima Chiesa di San Francesco di Stampace.
Si permette di costruire in aree di grande rilevanza archeologica come le recenti costruzioni di Viale Trieste o di Viale Sant?Avendrace o si da il via libera alla lottizzazione di una importante area che, con la demolizione della cementeria, si auspicava potesse essere finalmente destinata a studi e ricerche e che invece sarà lottizzata per realizzare opere di edilizia abitativa di tipo signorile.
Ci si permette persino di blindare per quasi 10 anni, in virtù di fantomatici e accomodanti lavori, una grande area archeologica come quella di Tuvixeddu, la più estesa necropoli fenicio punica del Mediterraneo che per la sua importanza potrebbe ambire a diventare monumento UNESCO.
Si ignorano le cavità sotterranee di Cagliari molte delle quali ricche di misteri e segreti che forse è bene non divulgare come i pilastri in cemento armato che affondano le loro strutture dentro le cavità da via Vittorio Veneto, a Via Falzarego, da via dei Punici a Via Baisizza o i fustini di materiale radioattivo rinvenuti nelle cisterne della cavità di Santu Elmu, proprio dietro la Clinica Aresu. Non si considerano le centinaia di abusivi che, non più o non solo per esigenze primarie di tipo abitativo, occupano di fatto cavità, grotte e cunicoli in molti dei quali si potrebbero strappare all?egoismo, alla piccineria e al degrado importanti testimonianze archeologico, per ritrovare significative tracce del nostro passato e realizzare una ottimale fruizione pubblica di percorso.
E cosa dire per tutti i beni militari e demaniali abbandonati che sono lasciti in balia degli eventi e dei furbi? Oggi il problema è ancora più attuale in vista della imminente dismissione di ex caserme e altri immobili dei militari. Sarebbe opportuno stabilire delle regole certe per il futuro utilizzo e fruizione di queste risorse favorendo l?affidamento ad associazioni, centri di ricerca, comitati di cittadini residenti.
Altro discorso, invece, deve farsi per il compendio lagunare di Santa Gilla dove l?azione dell?uomo in questi ultimi decenni è stata devastante nonostante tutta l?area fosse stata inserita nella convenzione di Ramsar e classificata ?SIC sito di interesse comunitario?.dalla Comunità Europea.
Il compendio lagunare, che negli anno ?70 versava quasi in condizione di ?morte biologica? a causa degli inquinamenti da metalli pesanti e da idrocarburi, oggi nonostante i miliardi spesi per la sua bonifica e recupero versa in stato di degrado perché manca una Autorità di ambito che possa decidere ed attuare il da farsi. Infatti nella Laguna di Santa Gilla vi sono oltre 20 attori, fra enti, autorità, amministrazioni ed aziende, che affermano aver titolo per decidere sulla laguna, ognuno dei quali decide per conto proprio e all?interno della laguna, in pratica, tutti fanno un po?quello che vogliono con il tacito avvallo delle autorità politiche. L?ecomuseo della laguna, posto proprio a lato dello stabulario, realizzato alla fine del 2000 da alcune associazioni private in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Cagliari e il Consorzio di pesca è di fatto chiuso per mancanza di fondi, nonostante la struttura sia stata in questi anni visitata da migliaia di persone Si può mai programmare e lavorare in questo modo?
Eppure qualche anno fa? sembrava che almeno le amministrazioni comunali interessate (Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra) grazie alle sovvenzioni della U.E., attraverso il Progetto Life Natura Gilia, avessero imboccato la strada giusta per sviluppare una gestione integrata e funzionale dell?area. Invece ci si è limitati a realizzare una serie di interventi di facciata, per lo più discutibilmente realizzati frontalmente ad una specifica zona oggi, ?ancora più discutibilmente lottizzata?: A tale riguardo si è fatta un po? di cartellonistica e di comunicazione attraverso i media. qualche partecipazione a convegni e fiere, un po? di sentieristica e camminamenti, oggi per lo più utilizzati da veicoli e moto, e recuperato la fattoria di Terra e Olia che, per qualche momento, ambiva persino a divenire importante centro internazionale di studi e ricerche sull?avifauna e oggi, già struttura modello, versa in abbandono!
E pensare che a poche decine di metri da questo Centro, proprio dietro gli impianti di depurazione del CASIC, esiste una piccola collinetta denominata Cuccuru Ibba nella quale trovasi uno dei più importanti insediamenti preistorici del Cagliaritano, mai valorizzato e curato e che, in altri regioni, nell?abito di normali azioni ed interventi di valorizzazione di territori avrebbe trovato certamente maggiore considerazione e fortuna.
Questi esempi ci insegnano molte cose.
Prima fra tutte che la valorizzazione delle risorse territoriali o ambientali deve essere partecipata, integrata e sistemica e non settoriale o determinata da interessi di parte o di sola natura accademica. Inoltre, qualunque azione di intervento deve prima di tutto impostare una corretta comunicazione e un costante dialogo con gli attori sociali per favorire la partecipazione delle comunità di riferimento, oltrechè valutare l?esistenza e disponibilità di risorse umane in grado di ?tenere? la gestione e la ?corretta fruizione? di tali risorse.
Insomma bisogna smettere di fare corsi e azioni formative al solo scopo di sistemare docenti e fornitori!
E poi cosa dire per i massicci stanziamenti antropici che in questi ultimi anni sono stati realizzati sulle rive di Santa Gilla. Forse il caso più eclatante è quello della residenza del sole che, simpaticamente, forse farebbe meglio chiamarsi ?del sale?, visto la impressionante crescita di unità abitative, proprio dentro la laguna meridionale di Santa Gilla che, dalla laguna di Capoterra, si stanno velocemente sviluppando verso le saline ex Contivecchi.
Molti diranno che questa parte della laguna ricade nel territorio del Comune di Capoterra e che quindi poco dovrebbe importare a Cagliari. Ma così non è perché vi sono tutta una serie di effetti collegati che, anche se apparentemente lontani, si riverberano direttamente su tutta la Laguna di Santa Gilla e quindi anche su Cagliari. Ma questo bene è, o dovrebbe essere, talmente importante che pensiamo tutta la Sardegna e persino la UE abbia da preoccuparsi circa lo stato di salute del suo ecosistema e la sua futura conservazione.
Per non parlare poi dei tanti sbocchi a mare che la Laguna originariamente possedeva e che oggi, le ragioni dello sviluppo, hanno sacrificato.
Ma le periodiche alluvioni non ci hanno mai insegnato nulla?
Con quali finalità
– Creare una ?sistema integrato? fra la città, il mare, la Laguna e le zone umide
– Implementare la città con le zone di Sant?Elia, San Bartolomeo, Santa Gilla e Molentargius.
– Potenziare le funzioni mercantili ed economiche degli scali marittimi, aerei e ferroviari con la Laguna di Santa Gilla, sviluppandouna serie di servizi turistico culturali.
– Recuperare alla fruizione collettiva, turistica, laboriatoriale e culturale intere aree della città come Sant?Elia, Pirri, Santa Gilla, Giorgino nord e Giorgino sud
– Confrontarsi con la partecipazione dei cittadini sui progetti di sistemazione del fronte mare?.
– Mantenere l?habitat di alcuni habitat
– Adottare misure per migliorare la mobilità ed accentuare la pedonabilità
– Migliorare la qualità ambientale e la fruizione dei litoranei costieri(Poetto, Giorgino)
Con quali azioni
– Progetto di riqualificazione del Fronte mare.
– Progetto di riqualificazione dell?area vasta di Sant?Avendrace, Tuvixeddu e Santa Gilla
– Progetto dei Parchi Fluviali (Terramaini, canale di Santa Gilla, Canale delle saline?La Palma.Sant?Elia?.
– Rinnovo del contratto di quartiere per Sant?Elia, San Bartolomeo e Pirri
– Azioni di conservazione dei litorali costieri, lacustri e fluviali.
– Realizzare aree per il tempo libero, per le attività nautiche, pescaturimo, ittiturismo e manifestazioni sportive.
– Creazione di strutture extralberghiere come ad esempio Centri con foresteria per l?ittiturismo, area sosta camper, campeggi attrezzati e degli ostelli per la gioventù.
– Realizzazione delle aree attrezzate per il turismo croceristico.
– Creazione di percorsi turistici ? culturali (artistici, architettonici, paesaggistici, speleologici e monumentali) integrati con le diverse città che nei secoli si sono succedute
– Realizzare percorsi di collegamento del porto con il capannone Nervi e dalla Torre della IV Regia alla Laguna di Santa Gilla
– Creazione di percorsi naturali di collegamento, lungo il Terramaini, tra il fronte del mare, la Città del Sale, il Parco di Molentargius e il Promontorio di Sant? Elia e le cavità di Cala Fighera
– Recuperare il Capannone Nervi per realizzare il museo del mare, acquario, e un centro di stufi e ricerche marine).
– Potenziare il primo Ecomuseo della Sardegna?Il museo della Laguna? realizzato da Associazioni di volontariato presso il Consorzio ittico di Santa Gilla
– Realizzare un concorso di idee per poter rivitalizzare il Poetto.
– Migliorare i servizi per la conservazione e la fruizione pubblica delle aree di interesse storico-naturalistico ambientale in coordinamento con i cittadini che nelle forme più idonee vorranno interessarsi.
– Favorire la pedonabilità delle strade nelle zone a vocazione culturale e turistica
– Ampliare le ZTL offrendo delle agevolazioni anche agli operatori sociali ed economici che sono stabilmente impegnati nelle rispettive zone per ragioni di servizio o di lavoro di Roberto Copparoni Fonte: http://verdicagliari.blog.tiscali.it/wg2372209/
Tombe romane come discariche di Unione Sarda – Fabio Manca – 26/11/2006 II caso. Unassociazione di volontariato denuncia il degrado del versante sud di Tuvixeddu. In balia dei vandali la necropoli abbandonata da anni.
In qualunque altro luogo del mondo per vederle comprerebbero il biglietto e ci sarebbe la fila di turisti accaldati e sudati. Ma a Cagliari le necropoli romane le usiamo come discariche e urinatoi, ci costruiamo sopra palazzi e discoteche, le devastiamo con le ruspe, lasciamo che la vegetazione le ricopra o lasciamo che ci vivano i senzatetto.
Che spettacolo desolante, che umiliazione per la città. Andate in viale SantAvendrace, lato sud del colle di Tuvixeddu, il versante opposto a quello nel quale le ruspe e gli uomini di Coimpresa stanno realizzando il futuro parco, figlio di un tormentato accordo di programma con il Comune. Entrate nel vico II, salite le scale e girate a sinistra. Avanzate superando una folta vegetazione sino a quando troverete la prima sorpresa. Dietro larmatura di legno che un tempo reggeva una porta, nelle pareti di quello che nel 43 fu uno dei rifugi dei cagliaritani quando piovevano le bombe angolamericane, ci sono i colombari, le splendide tombe ad arcosolio che risalgono al primo e secondo secolo dopo Cristo. Imponenti, bellissime. Un turista sprecherebbe esclamazioni, probabilmente. ?Doveva appartenere a una famiglia facoltosa. Si intravedono ancora il colore giallo ocra delle pareti di un tempo, i fregi rosso pompeiano, le decorazioni floreali e di animali?, spiega Roberto Copparoni, presidente di Amici di Sardegna, unassociazione di volontariato che aderisce al Forum di Cagliari e da anni si occupa di far conoscere ai sardi le bellezze della loro Isola.
Invece cè da rabbrividire. Sul pavimento ci sono escrementi umani, piatti di plastica, un serbatoio per lacqua in pvc e altro. Una montagna di rifiuti.
Negli anni 70 fu una dependance del villino Serra, costruzione eretta tra la seconda metà dell800 e il dopoguerra che svetta pochi metri più avanti e guarda in faccia i palazzoni di viale SantAvendrace che interrompono bruscamente la visuale sulla laguna di Santa Gilla. I proprietari di quella casa, che possedevano anche i terreni vicini, hanno usato le straordinarie testimonianze romane, le tombe, le cisterne, come discoteca e servizi annessi. In una suggestiva grotta alla sinistra della casa, collegata con una scala in cemento, cè ancora quello che resta della consolle, ricavata su una tomba. Più si avanza e più ci si sorprende, più si calpestano stereo e detriti, più si viene disgustati dallodore nauseabondo, più il ronzio delle mosche copre il suono dei clackson, più si trovano reperti oltraggiati, bruciati, e più si resta basiti per labbandono, per lindifferenza che ha fatto sì che si erigessero persino muri in cemento per costruire, sopra le tombe, i bagni e qualche locale di servizio alla villa. Compresa quella di Rubellio, coevo a Cassio Filippo che fu mandato in esilio a Cagliari in epoca Neroniana. La più bella, con una lapide davanti allingresso. È una delle tante grotte del colle abitate da barboni e senzatetto. Qualche metro sotto, separata da un muro in cemento, si intravede ciò che fu della discoteca allaperto. Che lusso ballare sulle camere funerarie, sulla storia, che goduria fare pipì su una decorazione di un millennio fa! Perché è stato consentito tutto questo?, perché non cè ima recinzione che impedisce di continuare a fare danni?, perché lasciare che un patrimonio della città venga devastato? Quel tratto di terra di recente sarebbe stato ceduto al Comune da una società privata in cambio della possibilità di costruire alcuni palazzi più avanti. Sarà un pezzo del parco che verrà, probabilmente. Ma se non rimarrà nulla a che cosa servirà? Fonte: http://www.archeologiasarda.com/leggi_news.asp?id=62
AMICI DI SARDEGNA ?Tuvixeddu: per creare consapevolezza basta andare a visitare i luoghi di persona e documentarsi?.
(CRONACAONLINE) ? CAGLIARI, 6 GEN 2007 ? Il presidente del gruppo Ambientalista della Sardegna in una nota stampa afferma che a proposito delllo scempio di ?Tuvixeddu? a Cagliari, basta andare di persona per rednersi conto delle cosec he si stavano facendo in quell sito. Roberto Copparoni, ricorda che ?ogni qual volta è stata organizzata una visita sui luoghi in esame il pubblico ha sempre risposto.?Per tenere alta l?attenzione della opinione pubblica, più che realizzare safari fotografici o presentare solo denuncie ed esposti, occorre ?far toccare con mano? lo ?stato delle cose? agli stessi interessati. Siano essi residenti e non. Perché le sorti di questo rilevante monumento riguardano non solo i cagliaritani o i sardi, ma riguardano tutta l?umanità, visto che da anni stiamo chiedendo che il sito di Tuvixeddu, inserito nell?area vasta di Sant?Avendrace/Santa Gilla, venga dichiarato patrimonio Unesco?. Per questo domenica 14 fgealle ore 15,00 è stato fissato un incontro presso la grotta della vipera in Viale Sant?Avendrace a cui tutta la popolazione è invitata a partecipare, nel corso del quale sarà esposto il progetto VARIT Valorizzazione Risorse Territoriali per Tuvixeddu?. Com
Fonte: http://www.cronacaonline.it/portale/altre/altre.htm
La Nostra Sardegna Sant’Antioco
… Necropoli fenicio-punica del Mediterraneo, Tuvixeddu, sta subendo l’assalto mortale di un’Immobiliare autorizzata dalla Soprintendenza di Cagliari. …
www.lanostrasardegna.com/index.php?option=content&task=view&id=140&Itemid=147 – 58k
ATLANTIKA’
Ora, poi, anche Tuvixeddu, una delle più maestose necropoli puniche esistenti nel Mediterraneo arroccata su in alto, nel centro di Cagliari, rischia una di …
lnx.colonnedercole.it/cde_article.php3?id_article=76&id_rubrique=18 – 33k –
ANSA.it – Sardegna – Ambiente: appello Legambiente per necropoli …
(ANSA) – CAGLIARI, 6 GEN – Un appello e’ stato lanciato da Legambiente per la tutela di Tuvixeddu a Cagliari, la piu’ grande necropoli punica del … www.ansa.it/site/notizie/regioni/sardegna/news/2007-01-06_10629967.html – 46k
Gazzetta Ufficiale n. 277 del 28 Novembre 2006
42, della zona Tuvixeddu-Tuvumannu nel comune di Cagliari. (Decreto n. 3349). Pag. 51. AGENZIA DELLE ENTRATE. DECRETO 20 novembre 2006 …gazzette.comune.jesi.an.it/2006/277/ – 24k – Copia cache – Pagine simili
Gazzetta Ufficiale n. 266 del 15 Novembre 2006
42, della zona Tuvixeddu – Tuvumannu nel comune di Cagliari. Integrazione decreto dell’assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, … gazzette.comune.jesi.an.it/2006/266/ – 26k
Area metropolitana di Cagliari
Formato file: PDF/Adobe Acrobat – Versione HTML
Q) Sistema territoriale: Monte Claro, Tuvixeddu. La riprogettazione delle aree che si attestano attorno ai Colli (Tuvixeddu, Tuvumannu, Monte Claro e San … www.areeurbane.apat.it/site/_files/INU/Cagliari.pdf
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Monumenti Aperti
Il sepolcro gentilizio, sito in viale S. Avendrace nei pressi della necropoli punica di Tuvixeddu, fu dedicato dal romano Lucio Cassio Filippo, … www.monumentiaperti.com/dettagli_museo.php?id_museo=51 – 6k –
“CAGLIARI MONUMENTI APERTI”, LA CARICA DEI 2500
Perché lo scempio dell’anfiteatro romano e i progetti di cementificazione dell’area fenicio-punica di Tuvixeddu (incredibilmente declassata e “dimenticata” … www.godotnews.it/godot/primopiano/primopiano2.htm – 47k
Cagliari
Lascio a voi pensare in che modo i Cualbu abbiano ottenuto l’ok per costruire sopra un patrimonio immenso come quello di Tuvixeddu…beh come puoi ben … www.beppegrillo.it/2005/05/cagliari.html – 628k
Brunette Stocking
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Sardegna – Banca Dati – Sardegna segreta
… era inciso un disco solare sormontato da una falce lunare, simbolo punico attestato in Sardegna anche nelle necropoli di Karales-Tuvixeddu e di Nora. … www.hochfeiler.it/sardegna/segreta.html – 148k
casteddu capitali
Accompagnati dal temerario Roberto Copparoni di Amici di Sardegna abbiamo potuto osservare alcune tombe nascoste ed altre ben visibili che purtroppo sono abbandonate da decenni nel completo degrado.
castedducapitali.blogspot.com
Sardegna Oggi – Tuvixeddu: Regione: blocco lavori anche per Coimpresa
CAGLIARI – I lavori in corso a Tuvixeddu-Tuvumannu, ?cospicui interventi, … Tuvixeddu: Regione, sigilli a cantiere. Chiesta sospensione lavori …www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=8242 – 24k – 12 gen 2007
patrimonio sos: in difesa dei beni culturali e ambientali
Fondamentale decisione è l’eliminazione dei tratti dello “stradone” (asse di connessione) previsto nel “canyon” di Tuvixeddu fino alla Scuola media di Via www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getcomunicato&id=513 – 21k
tuvixeddu ancora muro contro muro l unione sarda
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Tuvixeddu. Mercoledì il sindaco Flo-. ris ha incontrato il go-. vernatore Soru, ieri l?as- … l?area di Tuvixeddu è già. stata individuata per la … www.regione.sardegna.it/documenti/1_53_20070105090045.pdf
dalla regione un altro stop su tuvixeddu la
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Dalla Regione un altro stop su Tuvixeddu. La replica del sindaco:. «Interessi legittimi da tutelare». di Carlo Manca. «Non sono a Cagliari e la lettera non … www.regione.sardegna.it/documenti/1_56_20070105095254.pdf – Pagine simili
[ Altri risultati in www.regione.sardegna.it ]
Tuvixeddu sotto la lente della Procura Su Tuvixeddu irrompe la …
Rassegna stampa Quotidiani Sardi Unione Sarda La Nuova Sardegna Godot News Sardegna Oggi Nova Sardegna Ad Maiora Media Il Giornale di Sardegna Il messaggero … www.paradisola.it/rassegna_stampa_sardegna/news_item.asp?NewsID=1809 – 40k – 12 gen 2007 –
Tuvixeddu – Sommario statistiche
Sommario statistiche : Tuvixeddu. Statistiche di Tuvixeddu … Indirizzo del sito (URL) : http://www.tuvixeddu.it Giornale online INDIPENDENTE DOVE I SARDI … www.statistiche.it/stat.php?account=15255 – 28k
IGN – Sardegna
Cagliari, ufficiale blocco lavori Tuvixeddu. “Fatti salvi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria regolarmente autorizzati dalle autorità … www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Sardegna&loid=1.0.655487823 – 48k – 12 gen 2007 –
Interpellanza 0003 – Dore e più, su nullaosta colle Tuvixeddu
a) sul colle di Tuvixeddu di Cagliari esiste una necropoli fenicio-punica di inestimabile valore archeologico, unanimemente ritenuta la più importante … consiglio.regione.sardegna.it/XIILegislatura/Interpellanze/Intrp0003.htm – 13k
L?ULTIMATUM
La scoperta è stata fatta nei giorni scorsi dall?associazione Amici di Sardegna, il cui presidente Roberto Copparoni è anche ispettore onorario della Soprintendenza.www.carlosanjust.it/_download.php?doc=43e1ca5882457.&nomeFile=1-02-2006%20giovani,%20Flori…
Tuvixeddu
Ricco di leggende e tradizioni, il quartiere occidentale della città, si è sviluppato tra le falde della collina di Tuvixeddu e la laguna di Santa Gilla, … web.tiscali.it/gcc/tuvixeddu.htm – 11k –
l’altra voce :: appoggio alle scelte della Regione per la tutela …
Un appello accorato: «Giù le mani dal colle di Tuvixeddu». … Deturpare anche il parco di Tuvixeddu, che ospita moltissime tombe puniche e romane oltre ai … www.altravoce.net/2007/01/07/lilliu.html – 6k