Dopo le cicliche e titaniche polemiche su Tuvixeddu ecco la consueta “pausa estiva”, periodo della vita cagliaritana durante il quale tutto sembra placarsi in ragione del sacro riposo feriale, dove “il bene supremo” può attendere.
Per altro verso questo è il periodo in cui si può ammirare meglio la nostra splendida città per via dell’esodo estivo che ci permette di apprezzare in santa pace luoghi e monumenti difficilmente visitabili in altri periodi dell’anno.
Domenica scorsa l’Associazione Amici di Sardegna di cui sono rappresentante ha organizzato una escursione a Tuvixeddu, nella parte che si affaccia al vico Sant’Avendrace, la scalinata degli “ecomostri”, che dall’edicola Bartolini del viale porta fino al colle di Tuvixeddu.
Questo parte della necropoli è totalmente abbandonata nell’incuria più totale. Pensate che da anni vivono dentro le tombe punico/romane diverse persone, con un periodico turnover, causato spesso da misteriosi decessi. Queste sono persone che hanno delle difficoltà non solo di tipo economico, ma di inserimento sociale, senza tetto che cercano un luogo dove poter trovare rifugio.
L’altro giorno eravamo in compagnia di alcuni archeologi continentali che attualmente stanno scavando a Tharros e che, richiamati dal prestigio di Tuvixeddu ci hanno contattato per visitare la necropoli. Dopo aver detto loro che si sarebbe potuto visitare solo la parte sud occidentale, esterna alla perimetrazione del parco ufficiale, ci siamo recati sul posto.
Dopo una breve visita alla grotta della Vipera (che andrebbe pulita dal guano e protetta da una rete trasparente per evitare che rondini e piccioni vi possano nidificare) e osservato il pannello didascalico dell’importante monumento (fra l’altro detto pannello riporta delle didascalie invertite. Sarebbe il caso di correggere il vistoso errore!). Ci siamo recati al ex cantiere Cocco dove l’abbandono è totale. Sono oramai passati alcuni anni e non si è fatto nulla. Dove è finita l’enfasi da recupero di certi irriducibili sostenitori della legalità? Qui, grazie alla gentilezza del Sig. Calledda che ci ha aperto il portone di accesso del cortile, abbiamo potuto vedere una serie di tombe (condominiali) che si affacciano lungo tutta l’area retrostante del palazzo e che giungono, senza soluzione di continuità, fino al vicino Liceo Siotto. Liceo edificato alcuni decenni fa in piena area archeologica, così come la scuola media di Via Falzarego le cui fondazioni si incuneano dentro le tombe puniche o le ville di via dei Punici o l’Istituto tecnico di via Bainsizza. Degli edifici della Regione preferisco non parlare…
Ma si sa ieri le sensibilità erano diverse…Ma oggi sono davvero cambiate?
Mi domando questo perché ancora oggi molti siti archeologici e monumentali sono tenuti nel degrado più totale. Per esempio le tombe monumentali in prossimità del Villino Serra, che fra l’altro sono circa una dozzina, sono tutte piene di rifiuti e di escrementi. In alcune di esse vi sono anche materassi e coperte, siringhe, piatti, pentole e bottiglie. In alcune di queste vi sono delle persone che ci vivono stabilmente.
Anni fa il Comune fece ripulire le tombe, cosa che periodicamente si ripete da decenni dopo le nostre denunce, ma nulla è cambiato da allora. Perché accade tutto questo? Di chi è la responsabilità di questo intollerabile degrado? Come mai gli enti preposti non valorizzano queste prestigiose testimonianze funerarie della civiltà romana a Cagliari?
Ma lo sconforto non finisce qui!
Dopo aver visitato questa parte della necropoli abbiamo notato dalla sommità della collina che poco distante vi era una apertura nella recinzione che delimita l’area del parco archeologico. Grazie a questo accesso e non vedendo alcun cartello che vietasse l’ingresso abbiamo deciso di entrare nell’area e percorrere il camminamento realizzato dal Comune di Cagliari per la visita del parco. Anche in questo luogo il senso di abbandono e degrado è totale. I nostri amici archeologi erano sconvolti dallo stato del sito. Pensate che tutte le strutture metalliche del camminamento sono completamente ossidate così come è oramai compromesso tutto il legname usato per il camminamenti, migliaia di tavole da utilizzare solo per fare il fuoco d’inverno. Un mare di erba secca e cumuli di rifiuti accompagnano la sconfortate visita al parco.
Come si può continuare a tollerare tutto questo?
Perché a Cagliari non c’è mai nessuno che paghi per i danni commessi alla collettività. Come è possibile che gli amministratori facciano finta di non sapere?
Sarebbe bello che i prossimi candidati sindaci si confrontassero più che su i massimi sistemi, su questo reale e scottante tema mai voluto risolvere da alcun partito, almeno da quelli che hanno avuto il potere, e si misurassero sui possibili piani di recupero e di occupazione per la piena valorizzazione dell’area archeologica e monumentale e che, si ricordi, non si riferisce solo alla superficie del colle e al suo ambiente ma anche alle sue misteriose cavità, come la galleria di Sant’Arennera di cui mai si parla, quasi a volerci mettere una pietra sopra!
Roberto Copparoni
Presidente Amici di Sardegna ONLUS