TURISMO CULTURALE E ARCHEOLOGIA: se ne parla a Olbia…come?

TURISMO CULTURALE E ARCHEOLOGIA – Introduzione al tema Turismo Culturale e Archeologia e L’approccio sostenibile come leva per gestire flussi turistici di qualità. Conferenza organizzata a Olbia dalla RAS Assessorato del Turismo

Il nostro punto di vista…

In tanti parlano di questo ma pochi lo mettono in pratica e ancora di meno lo sostengono.
La Sardegna è infarcita di tante piccole rendite di posizione che non guardano oltre i propri confini amministrativi e i piccoli interessi. Il motivo di tutto questo è che nella nostra Regione non abbiamo mai avuto delle vere politiche che fossero in grado di elevare il turismo, anzi meglio “i turismi”, da settore a sistema, sostenendo la costruzione di reti di ambito e elevando la professionalità degli operatori.
Il nostro potenziale non avrà mai futuro se non generiamo consapevolezza e risolviamo i grandi e storici problemi della nostra regione fatti di discontinuità territoriale verso la penisola, precarietà dei collegamenti interni, mancanza di un brand condiviso e ultimo, ma non ultimo, la superficiale settoriale conoscenza della Sardegna e delle sue risorse e bellezze da parte della maggior parte di noi.
Non possiamo preoccuparci solo del nostro piccolo orticello senza considerare, conoscere e promuovere la Sardegna nel suo insieme e nelle sue mille diversità.
Spesso ci si preoccupa solo del turismo attivo e produttivo e si trascura un’altra importante componente chiamata “turismo passivo” ovvero quello vissuto o percepito dai residenti. Se ci si preoccupasse un po’ di più di educare alla Sardegna in tutti i 377 Comuni della nostra isola, fin dalla prima infanzia, di recuperare la memoria degli anziani e di consolidare o aggiornare in questa ottica le conoscenze possedute forse tutti parleremmo la stessa lingua e avremmo comuni e condivisi obiettivi e per dirla tutta che sostenibilità può esservi nella nostra regione se non si comunicano correttamente le componenti socio economiche e culturali che essa possiede, che approccio vi può essere se la stragrande maggioranza dei nostri siti archeologici non sono accessibili o fruibili in sicurezza? Giusto per fare un esempio dei circa 8000 nuraghi presenti in Sardegna quanti sono accessibili e valorizzati? Quanti e quali operatori vi sono per gestire questo immenso patrimonio? Le amministrazioni locali perché non investono in tutto questo? Sono certo che queste misure, se attuate, anche nel breve medio periodo, darebbero dei positivi risultati non sono in termini di occupazione ma anche in relazione alla qualità dei servizi, salvaguardia del patrimonio e padronanza del territorio.

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