La politica regionale è entrata nella sua fase più calda, non solo per il fatto che siamo ad agosto, ma perché si avvicinano le elezioni regionali.
I partiti sono sostanzialmente divisi su due schieramenti.
Da una parte il PDL con Forza Italia e An in testa e dall’altra il PD con la P, ex DS, da un lato e la D, ex Margherita, da un altro lato.
Il Presidente Soru, forte della sua determinazione e di sempre meno consensi, sta cercando di obbligare il PD e i suoi presumibili alleati dello schiaramento"che fu" del Centro sinistra (?) a ricandidarlo.
Ma se il PD piange il PDL non ride. I Riformatori sono in agitazione, così come anche l’UDS e per altro verso l’UDC.
Si sono ribellati alla ipotesi che Berluscononi decida chi far candidare in Sardegna quale leader della coalizione un "figurante di arcore". Anche loro, hanno iniziato a capire …quindi, hanno le loro gatte da pelare!!!
Peraltro, nel centro sinistra ci sono alcuni partiti che stanno alle finestre di via Roma per osservare cosa succede in casa d’altri, per poi regolarsi di conseguenza. Infatti alcuni partiti, o meglio esponenti di alcuni partiti, in Consiglio sputano fuoco e fiamme su Soru ma poi non si preoccupano di manifestare con chiarezza attraverso un comunicato stampa la loro posizione in relazione alla ricandidatura di Soru.
Forse pensano di continuare a vivere, consolidando "rendite di posizione", sugli scampoli di fine legislatura.
Per altro verso bisogna pensare che questi partiti hanno anche degli Assessori in Giunta, loro esponenti che ricoprono cariche isituzionali, insomma hanno famiglia da mantenere…
In forza di ciò riesce per loro difficile sputare nel piatto dove mangiano.
Fuori di metafora non è possibile dire no a Soru se si continua a restare con lui nella "stanza dei bottoni".
Insomma occorre dire da che parte ci si vuole schierare.
La Sardegna non può attendere i loro "porci o nobili" comodi.
Personalmente credo che l’idea di realizzare uno schieramento trasversale, generato attorno ad un documento programmatico per aree tematiche, semplice e chiaro e realizzato sulla base delle effettive necessità del popolo sardo, possa trovare crescenti consensi.
Chiamatelo lista civica di scopo, confederazione a termine o come volete, ma realizziamo questa terza via che ci permetterebbe, se non anche di guidare la Regione o quanto meno di esprimere una qualificata posizione, in ogni caso, determinante per i futuri assetti dello scenario politico regionale e di uscire da questo soffocante duopolio.
Da questo punto di vista si apprezza molto quanto fatto da Maninchedda, Pigliaru, Dessì ed altri assessori ed esponenti politici che, per coerenza, hanno lasciato Soru allontanando in modo deciso il piatto di cui in precedenza parlavo.