Ieri il popolo sardo si sarebbe dovuto pronunciare sul delicato tema della "statutaria". Ovvero manifestare la volontà di approvare delle significative modifiche allo Statuto della Regione Sardegna fortissimamente volute dal Governatore Soru e da un trasversale, quanto precario, consenso di "palazzo"
Circa l’ 85% dei sardi non è andata a votare e di quelli che sono andati solo il 5% ha detto Si. Quindi avrebbero dovuto vincere i No.
Ma c’è un pero…
Infatti si discute molto sulla circostanza della presenza costitutiva di un Quorum, ovverosia la maggioranza stabilita di elettori votanti per rendere valida la votazione. Ma occoreva un quorum? Se si, di quanto …2/3, metà più uno, 33% degli aventi diritto, o altro ancora?
Proprio in questi giorni molti autorevoli giureconsulti si danno battaglia per far prevalere l’una o l’altra tesi, con fiumi di parole e sofisticate argomentazioni, alcune delle quali riferite persino ad antichi Codex.
Però, come spesso accade, tutti dicono di aver vinto.
Ma forse i veri vincitori non si sono neppure accorti di dover andare a votare, cosa votare e, soprattutto, cosa avrebbero vinto.
Per la verità qualche commentatore dell’analisi del voto esalta la sapienza popolare, forse sopravalutando il senso civico dello stesso.
In realtà penso che abbia vinto la "non voglia di politica" e la scarso interesse a partecipare.
A dire il vero, non possiamo dire che l’informazione sia stata puntuale e presente come in altre circostanze e poi, taluni hanno cercato di strumentalizzare il voto per colpire o aiutare il Governatore Renato Soru.
Per certi versi sembrava un referendum pro o contro il nostro Governatore.
Leggendo i commenti odierni pare che abbiano vinto propio tutti.
Ma chi ha perso?
Certo che fa riflettere che in alcuni Comuni nessun cittadino sia andato a votare, neppure gli stessi scrutatori dei seggi.
Per me hanno perso tutti!
Il Si ha perso, perché non c’è stata alcuna forma di consenso popolare.
Il No ha perso perché non ha ottenuto il quorum (ma c’era?)
Il popolo sardo ha perso, perché il silenzio (non voto) manifestato, per essere significativo avrebbe dovrebbe essere accompagnato da elementi di valutazione, in altri termini, essere circostanziato e in questo caso l’indifferenza manifestata, non può essere portata sugli altari come segno dell’estremo civismo del nostro popolo.
In realtà, forse, abbiamo avuto solo una amara conferma…