Nel corso della prima tappa si farà visita a un dei siti meno conosciuti e valorizzati della Sardegna. Tuvixeddu. Area archeologica legata al culto dei morti praticato dai punici in questa area fra il VI e il III secolo a. C. che, assai probabilmente, stabilirono la loro principale necropoli nella stessa area in cui i fenici, loro predecessori, praticarono le sepolture con una tecnica diversa e di superficie. I punici invece in questo periodo hanno privilegiato le sepolture ipogeiche a pozzo con camera funeraria sul fondo per conservare il corpo inumato (quasi sempre) di una sola persona. Ma più della storia della necropoli e delle civiltà che l’hanno espressa si parlerà della valorizzazione di questo sito che, nonostante sia il più esteso del bacino Mediterraneo e ben potrebbe diventare sito UNESCO. versa in uno stato di “eterna stasi”. Una attesa, un ristagno che né il tempo, né il buon senso possono oramai tollerare. Ma cosa è che impedisce a questo sito di potersi esprimere? Perché non si sostengono progetti di economia civile legati alla promozione della cultura; cultura che può dare tanto lavoro e stabile occupazione, nonché contribuire a migliorare i comportamenti e la sensibilità diffuse dei residenti. Queste sono alcune delle domande a cui domani si cercherà di dare delle risposte come esempio di “resilienze culturali” che nonostante tutto resistono e lentamente si diffondono radicandosi sempre più nel cuore di tanti sardi ma non solo…