“Le nostre città invisibili. Incontri e nuove narrazioni del mondo in città”, progetto di educazione alla cittadinanza globale che ha come obiettivo il contrasto di rappresentazioni scorrette e discriminanti delle migrazioni e della diversità culturale
Nel teatro della Comunità della Parrocchia di Sant’Eulalia si è tenuto un incontro organizzato dall’ Ordine dei Giornalisti della Sardegna valido ai fini della certificazione formativa sul tema “Migrantour; le nostre città invisibili”, L’incontro coordinato dal Giornalista Luigi Almiento, Segretario dell’O. d. G. della Sardegna ha visto la partecipazione di Roberto Copparoni, presidente dell’Associazione Amici di Sardegna (referente per Cagliari del progetto di cui Acra è capofila), Laura Longo coordinatrice locale del Progetto, Stefania Russo presidente della Cooperativa Sociale il Sicomoro, In apertura dei lavori Don Marco Lai, referente Caritas e Parroco e della Parrocchia di Sant’Eulalia, ha dato i saluti ricordando l’importante lavoro svolto in questi anni in tema di accoglienza e di integrazione dei cittadini stranieri.
L’iniziativa, con capofila Fondazione ACRA, è finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (A.I.C.S), e realizzata in partnership con ass. Amici di Sardegna, coop. Casba, Fondazione Pubblicità Progresso, Fondazione ISMU, ass. Next Generation Italy, Oxfam Italia, coop. Progetto Con-Tatto, ass. Trame di Quartiere, Viaggi Solidali, Comune di Milano, Città di Torino e, International Research Centre on Global Citizenship Education – Università di Bologna.
Il progetto “Le nostre città invisibili. Incontri e nuove narrazioni del mondo in città” coinvolgerà dieci città (Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Pavia, Roma e Torino) per un totale di nove regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Toscana), in cui un ampio partenariato di attori della società civile, della ricerca e della comunicazione promuoverà modelli innovativi ed inclusivi di cittadinanza a partire dalla riscoperta delle identità multiple delle “ nostre” città.
“Le nostre città invisibili. Incontri e nuove narrazioni del mondo in città” si pone in continuità con un’esperienza di turismo responsabile avviata nel 2010 da ACRA, OXFAM Italia e Viaggi Solidali, centrata sulla realizzazione di passeggiate interculturali condotte da cittadini di origine straniera residenti a Torino e Milano. L’idea di proporre itinerari turistici a forte connotazione “multiculturale” a cittadini e turisti, condotti da accompagnatori di origine migrante che associassero la narrazione della storia e della cultura della città al proprio vissuto personale, si è poi consolidata in un intervento volto a promuovere l’integrazione dei cittadini stranieri grazie al progetto “Migrantour” (2014-15) finanziato dall’UE. Il protagonismo dei migranti è stato la chiave del successo dell’iniziativa, che ha visto coinvolte 5 città italiane (TO, MI, GE, FI, Roma) e 4 europee (Marsiglia, Parigi, Valencia, Lisbona), oltre a numerose città o realtà interessate a replicare il modello (www.migrantour.org).
“Le nostre città invisibili” mira quindi a valorizzare lo strumento delle passeggiate interculturali per contribuire all’elaborazione di una nuova narrativa sulle migrazioni basata sull’uguale dignità dell’”altro” e sulla valorizzazione del contributo dei processi migratori di ieri e di oggi alla nostra società. Il progetto vuole mobilitare attori chiave come autorità locali, giornalisti, operatori sociali e insegnanti, ma anche le realtà associative dei quartieri cittadini nella costruzione di percorsi fisici (itinerari interculturali) e virtuali (campagna di comunicazione e public engagement) volti a narrare e trasmettere il valore della diversità culturale.
Il progetto, che si concluderà nel 2019, ha l’obiettivo sia di garantire ai principali attori nella narrazione pubblica l’accesso ad informazioni e a strumenti adeguati per una corretta comprensione e una maggiore consapevolezza della complessità del fenomeno migratorio, sia di coinvolgere gli attori chiave delle città (autorità locali, giornalisti, operatori sociali e insegnanti, organizzazioni della società civile, organizzazioni della diaspora) in un percorso di public engagement volto a condividere informazioni, strumenti e buone pratiche per rinnovare la narrazione pubblica sul tema delle migrazioni.
L’idea di entrare a far parte della rete nazionale di Migrantour, grazie al progetto “Le nostre città invisibili”, si configura come una vera e propria sfida per il territorio sardo e, in particolare, cagliaritano. Non esiste un’idea progettuale simile preesistente sul territorio che, in seguito a una più forte ondata di migrazioni in ingresso, ne sente forte il bisogno. Così, il Migrantour nasce per fare in modo che la cittadinanza locale e quella migrante di seconda generazione scoprano o riscoprano il luogo nel quale vivono, avvicinandosi a culture e tradizioni altre che pure sono presenti sul territorio. Attraverso lo strumento delle passeggiate turistico-culturali condotte da accompagnatori interculturali, si intende presentare percorsi narrativi nella città, sia ai residenti locali che ai nuovi migranti, di modo da favorire l’incontro culturale. Parallelamente, attraverso l’esperienza diretta, si intende contribuire a ridimensionare pregiudizi e paure legate alla diversità, fonte di ricchezza e tratto comune del nostro essere umani.
In particolare, il progetto “Le nostre città invisibili”, all’interno di cui si realizza il primo Migrantour in Sardegna, prevede la formazione di una serie di candidati stranieri con lo scopo finale di realizzare un itinerario in una specifica area della città, di circa due ore di durata. Lo scopo è impattare sull’opinione pubblica in riferimento alle migrazioni utilizzando lo strumento delle passeggiate interculturali.
Qualche dato sui cittadini non comunitari
La città di Cagliari, tra le città metropolitane, risulta ultima per numero di cittadini non comunitari presenti al 1 gennaio 2017, con 12.777 regolarmente soggiornanti (lo 0,3% del totale nazionale). Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2018 risultano essere 54.224 e rappresentano il 3,3% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania (26,2%), seguita da Senegal (8,9%) e dal Marocco (8,0%). Gli stranieri in Sardegna incidono sulla popolazione locale per il 3% e metà di questi sono donne. Per quanto riguarda il processo di stabilizzazione dei migranti nella città metropolitana di Cagliari, secondo il Rapporto del Ministero del lavoro e politiche sociali 2017, solo il 16,5% di coloro che provengono da paesi terzi ha meno di 18 anni (a fronte del 21,9% in Italia). Esigua anche la quota dei nati di cittadinanza non comunitaria sul totale dei nati (3,3% a fronte del 15% in Italia). La bassa presenza di minori indicherebbe una bassa presenza di nuclei familiari.
La quota dei lungo soggiornanti è inferiore alla media nazionale: 41,3% a fronte del 60,7%. Mentre tra i permessi di soggiorno soggetti a rinnovo, prevalgono quelli per motivi di lavoro: 40,7% a fronte del 37,6% rilevato su scala nazionale. Seguono quelli per motivi familiari: 31,3% contro il 42,1% registrato in Italia. Sono 1.533 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti a Cagliari richiedenti asilo (lo 0,8% del totale nazionale). La forza lavoro straniera rappresenta il 3,8% degli occupati dell’area in esame esercitante soprattutto mansioni non qualificate e scarsamente retribuite, principalmente nel settore dei servizi. I 3.403 titolari di imprese individuali di cittadinanza non comunitaria nell’area metropolitana di Cagliari, operanti principalmente nel commercio, rappresentano l’8,6% degli imprenditori dell’area e provengono dal Senegal (37,6%), Marocco (16,6) e Cina (10,4%).