Al Presidente Napolitano
Ho già scritto alcune volte, Presidente. E mi spiace disturbarla ulteriormente. Ma le vicende incalzano. Tutte le altre volte abbiamo ricevuto le puntuali e cortesi visite dei gentilissimi carabinieri per acquisire informazioni. Quelle attenzioni ci hanno fatto credere che qualcuno si stava interessando, che qualcosa poteva essere "controllato". Così non era.
Il manipolo di persone componenti il CoGe Sardegna che fin dal primo istante del loro insediamento ha operato solo ed esclusivamente per cancellare Sardegna Solidale dalla realtà associativa sarda – senza mai aver voluto incontrare e/o dialogare con nessuno ed in modo totalmente autoreferenziale -, ebbene, quelle stesse persone tornano spavaldamente all’attacco del volontariato che in Sardegna vogliono assolutamente lottizzato.
Il TAR Sardegna ed il Consiglio di Stato, tribunali ai quali numerose associazioni si sono appellati, hanno sospeso le decisioni del CoGe ritenendole illegittime e il 10 dicembre 2008 avrebbe, il TAR Sardegna, dovuto pronunciarsi sul merito. Ma pare che così non sarà. Il gruppetto di maggioranza del CoGe infatti vuole procedere – lunedì 14 luglio – a cancellare le delibere sospese dal TAR e dal Consiglio di Stato per riadattarle un minuto dopo migliorandone la forma in modo da renderle "formalmente" inattaccabili. Ecco, Presidente, prosegue imperterrito, indisturbato e con un forte senso di impunità il piano di lottizzazione del volontariato sardo voluto e deciso da pochi personaggi a danno e contro la volontà unanime del volontariato espressa nei suoi massimi organismi istituzionali: l’Assemblea regionale del volontariato, l’Osservatorio regionale del volontariato, i coordinamenti regionali, le associazioni locali che hanno sempre espresso la totale contrariatà all’operazione messa in atto dal CoGe.
Ma, tant’è. Questi signori ignorano tribunali, associazioni, cittadini e impongono il loro volere-potere a danno e contro tutti.
Ecco perché Le scrivo ancora. Non mi illudo più che qualcosa possa fermare questi gruppetti di pre-potere ma mi resta la certezza che almeno questa situazione è nota, conosciuta. E nessuno potrà dire che non sapeva.
Siamo stanchi, delusi, disillusi. Avremmo potuto destinare a poveri, emarginati e sofferenti le nostre risorse, fatiche e denari. Invece da tre anni resistiamo contro questi continui assalti pretestuosi che mirano solo ad un obiettivo: occupare il volontariato sardo, accaparrarsi le sue risorse, usarlo. Abbiamo ricostruito tutto il percorso di tale disegno, con nomi e cognomi. Ma non è servito e non serve.
Soli abbiamo combattuto, soli continueremo a combattere per difendere la libertà e l’autonomia del volontariato da chi con esso non ha niente da spartire e per continuare a credere che anche tramite piccole azioni quotidiane è possibile costruire una società migliore, più umana e più giusta.
Venga a trovarci in Sardegna, Presidente, o ci inviti nel suo-nostro Palazzo. Conoscerà una realtà viva, dinamica, attiva, propositiva, positiva e… combattiva.
Diversamente ci mandi qualche bravo carabiniere con il quale converseremo affabilmente e berremo insieme un buon caffè. Mentre altri pensano a come dobbiamo "sparire".
Saluti.
Giampiero Farru
Cagliari, 12 luglio 2008