L’autorevole figura di Avendrace, Vescovo di Cagliari vissuto attorno al I secolo che avrebbe trovato il martirio proprio dove oggi sorge la Parrocchiale e nella via a lui dedicata, edificata su un antico ipogeo ancora visitabile, mi porta a ripensare ai misteri sulla sua figura e ai misteri che ancora oggi avvolgono questo quartiere.
A ben guardare di misterioso c’è tanto in particolare la infelice sorte, masochisticamente voluta dare a questo “autentico” centro storico di Cagliari.
E’ un mistero, infatti cercare di capire perchè oggi, questo storico borgo, debba vivere in questo modo, sradicato dalle sue origini e proiettato in un’anonima area a forte vocazione pseudo ambientale.
Da un lato le importatissime presenze archeologiche e storiche sparse un po’ dappertutto, persino sotto i palazzi della Regione e le Scuole(!), dall’altra la necessità di costruire caoticamente case, palazzi, negozi, ecc. senza mai pensare al “domani”.
Oggi questo territorio è stato fatto oggetto di una drastica normativa di tutela che impedisce quasi ogni nuova forma di attività edilizia.
Molti di voi penseranno: “Era ora…Meglio tardi che mai…”, però… c’è un però!
Senza considerare la “querelle di Tuvixeddu-Tuvumannu che, da sola, impegnerebbe tutte le pagine di questo veicolo informativo e anche di più, resta il fatto che la “zonizzazione voluta dal Governatore, lascia scoperta tutt l’area di Campo Scipione dove -e tutti lo sanno!- sorge il Tophet punico di Karel e la città giudicale di Santa Igia. Da poco Prof. Francesco Cesare Casula denunciava nel corso del Convegno internazionale “Piano strategico per Cagliari” proprio queste cose.
Il mistero è: “Perchè tutta questa importante area è stata esclusa dal vincolo di inedificabilità prevista dalla recente normativa?”
Perchè fare due pesi e due misure fra la ditta Nuove iniziative Coimpresa e la società che fa capo al Dott. Zoncheddu.
In altre parole perchè blindare Tuvixeddu e non fare altrettanto con le aree archeologiche nelle quali oggi si costruisce?
Perchè il vincolo non è stato esteso anche all’area compresa fra i terreni propicienti la laguna di Santa Gilla e via Santa Gilla?
Un altro mistero è dato dal fatto che, nonostante la strada del canyon di Tuvumannu non si debba fare, il Comune di Cagliari ha realizzato il raccordo che dovrebbe collegare la strada (che, appunto, non si dovrebbe fare!) con il viadotto che costeggia la laguna e proprio in quel territorio stranamente escluso dal vincolo citato in precedenza.
Che ci sta a fare il faraonico raccordo, ultimato in gran fretta?
Questi sono dei veri misteri, come direbbe Pietro Deiana, autorevole scrittore di romanzi gialli.
C’è qualcuno che può dare una risposta?