Questo pomeriggio sono intervenuto nella conferenza “Stati generali della Cultura”, tenutasi presso il Palazzo Regio in piazza Palazzo a Cagliari. Purtroppo la mattina stavo insegnando e non ho potuto partecipare ai lavori. L’Assessore provinciale alla Cultura Francesco Siciliano ha introdotto i lavori pomeridiani e ha chiuso gli stessi intorno alle ore 18,00.
Nel mio intervento ho ribadito le cose che da anni sto dicendo, ovvero che la Cultura ha un ruolo strategico per ogni comunità e che in Sardegna, e a Cagliari in particolare, essa la si vive in modo soffocato, quasi masochistico nel senso che non sappiamo promuovere e valorizzare le importanti e numerose risorse culturali ed ambientali che Cagliari possiede. Altrei territori nazionali ed esteri con meno siti e risorse riescono a fare meglio e di più rispetto a quanto noi facciamo. Perché?
A Cagliari vi sono tutta una serie di tappi generati da vere e proprie “rendite di posizione” di pochi soggetti che, spesso, facendo uso di associazioni o pseudo tali, riescono a farsi assegnare e anche a gestire importanti e strategici siti, senza aver alun merito e senza, cosa ancora peggiore, aver mai vinto una gara di assegnazione.
Fino a quando la cultura sarà soffocata da queste anomalie, fino a quando le politiche culturali non si affrancheranno dall’uso deviato del potere, non si potranno mai innestare nella società locale tutti quelle positive azioni di crescita socio economico culturale che una cultura intesa in diverso modo consentirebbe. Bisogna far diventare quali primi fruitori dei siti gli stessi residenti, facendoli diventare da comparse e figuranti a “veri protagonisti” di questa azione di autentica “riconversione” delle politiche della cultura, avvicinandoli e coinvolgendoli nella fruizione degli stessi attraverso delle azioni di socializzazione funzionale al fine di generare o consolidare consapevolezza e identità, soprattutto nei giovani. Fino a quando la politica manterrà questa situazione le cose non potranano cambiare, senza il coinvolgimento della collettività e del III settore e la creazione di una rete strategica con l’inserimento delle scuole, Università e Isituzioni, nulla potrà dirsi di buono sulle attuazione delle politiche culturali di Cagliari che resterà sempre più avvinghiata a logiche di pura “amicale” assistenza con risvolti elettorali.