Una porzione d’oriente in Sardegna
di Paolo Piu
Finalmente anche il pubblico sardo ha potuto partecipare dal 20 al 22 settembre al Festival dell’Oriente, presso la Fiera di Cagliari dove, per la prima volta in Sardegna, decine di artisti cinesi, mongoli, coreani e indiani, per citare solo alcuni dei partecipanti, hanno offerto ai numerosi spettatori presenti una dimostrazione dei propri canti e danze tradizionali. In altri padiglioni gli spettatori hanno potuto assistere o prender parte a varie dimostrazioni sulle antiche arti orientali come quella lo yoga, il massaggio thailandese o le varie arti marziali e partecipare alle attività proposte dalle numerose scuole e associazioni presenti nell’isola.
Di particolare rilievo sono state la cerimonia del tè presentata secondo lo stile tradizionale della Cina e del Giappone e la costruzione del mandala con la sabbia colorata ad opera dei monaci tibetani, con la distruzione finale dello stesso al termine dell’ultima giornata, per ricordare il principio base del buddhismo, e cioè l’impermanenza di tutte le cose. Non sono mancati gli spazi culturali, in cui relatori di varie scuole o associazioni presenti anche sul territorio della Sardegna, hanno offerto al pubblico un esempio di un diverso modo di vivere, influenzato direttamente o indirettamente dalle culture asiatiche. La degustazione di cibi tipici dell’oriente, la vendita di prodotti d’artigianato, insieme ai suoni, ai colori e ai profumi d’oriente, hanno arricchito la manifestazione, ricreando per l’occasione un assaggio dell’antico sapere orientale che, a causa della globalizzazione imperante, tende sempre più a scomparire anche nei luoghi stessi in cui ha avuto origine.