Ancora un paio di anni e finalmente arriverà il Metano, con il gasdotto che dall?Algeria attraverserà un po? tutta la Sardegna.
Questo importante risultato, non sarà la panacea dei nostri mali, semmai potrà consentirci di dargli una degna ?cottura?. Insomma per il futuro prevedo che la ?Trattoria Sardegna? presenterà un nuovo piatto; per l?appunto: ?mali arrosto?.
Infatti a mio avviso il problema energetico e un ennesimo grande pacco-business che ci passerà sulla testa, o meglio sotto i piedi, almeno questa volta a differenza dell?altro pacco-business via cavo di cui si è parlato nel precedente numero del mensile Sardegna Magazine: ?il digitale terrestre?
Sempre che i nostri amministratori abbiano il buon gusto di occultare le condotte sotto terra.
Certo, anche noi comuni mortali, ne avremmo dei piccoli benefici, molto inferiori però a coloro che lucreranno sui nostri bisogni presenti o latenti.
Del resto in Sardegna non si è mai affrontato in modo serio una lungimirante politica energetica.
In questi anni sono stati effettuati una serie di interventi disarticolati e talvolta perfino contradditori. Insomma per accontentare gli interessi di pochi, cercando di non scontentare nessuno si è resa la Sardegna sempre più dipendente dal continente e dall?estero.
Galsi per esempio è il nome della società che dovrebbe gestire l?approvvigionamento di metano attraverso il gasdotto che collegherà la Sardegna all?Algeria, impianto che a sua volta dovrebbe reintrare nel più ampio disegno per la creazione di un monopolio sull?approvvigionamento di metano dell?intera Europa portato avanti congiuntamente dalle società Sonatrach, azionista di riferimento di Galsi e Gazprom, prossima a rilevare una parte delle sue quote?.
Proprio come nel gioco delle tre carte.
Questo gruppo, peraltro, pare gradito all?attuale Governo sembra voglia operare in regime di sostanziale monopolio. Del resto l?autorevole presa di posizione del simpatico Ministro Pecorario Scanio sembra essere in linea con questo orientamento, tant?è che esclude la possibilità che in Sardegna vi possa essere un impianto di rigassificazione a Portotorres. Così come ventilato dallo stesso Presidente Soru.
Allora, se così fosse, quali vantaggi sarebbero riservati ai sardi che, peraltro, non potrebbero neppure avvantaggiarsi dal gioco della libera concorrenza, tanto evocata per la vetusta par condicio?
La mia paura è che oltre al danno, per noi tutti ci possa essere anche la beffa!
Infatti, stando così le cose, non solo potremo pagare a caro prezzo il metano (non solo in termini di costi economici ma anche in termini peggioramento della qualità della vita grazie alle presenze di varie e nuove tipologie di negativi impatti ambientali) ma probabilmente anche la stessa corrente elettrica.
Ma che fine faranno le pale eoliche tanto care agli ambientalisti di regime, così diffuse in Sardegna? Vedi Sedini, Monte Arci, ecc.
Certo che è strano? in una regione colpita dalla siccità, l?acqua viene data alle industrie; in una terra dove si possiede la bauxite, la si importa dall?Australia; in una terra di pastorizia si tende ad importare agnelli polacchi e pastori senegalesi o asiatici e per finire, in una regione ricca di risorse energetiche si importa persino il metano dall?Algeria.
Cosa ne pensate al riguardo?