Oggi, cercare di tenersi informati, quasi spasmodicamante inseguire le notizie, si dice sia un dovere per il comune cittadino e per i giornalisti una vera e propria necessità professionale. Tutto questo avrebbe un senso se le cose mutassero per davvero o ci fosse, almeno, la seria possibilità che ciò possa avvenire. Ma in una società dove tutto è stato definito, dove si conoscono i vincitori ancor prima della gara, il senso delle cose e il gusto della vita appare molto affievolito. La qualità dell?informazione è un po? il barometro del nostro tempo. Dire tutto e il contrario di tutto, scrivere tanto per non dire nulla, far passare per obiettiva verità una personale opinione, un semplice punto di vista. Questo ed altri sono i mali del nostro tempo. Ma forse questi mali ci sono sempre stati fin dall?antichità. Infatti già molti cantori romani osannavano delle ?normalissime azioni? svolte da coloro che avevano in mano il potere, come stupefacenti imprese.
Francesco Masala coniò per questi signori il termine ?piscia tinteris?. Quanti ce ne sono oggi di questi comunicatori sui media locali e nazionali?
Certo tutte queste cose scoraggiano un poco, specie coloro che non hanno più fiducia nelle Isituzioni e che non vedono futuro?
E poi per tenersi informati e farsi una corretta opinione sui fatti e le vicende bisognerebbe avere una sacco di tempo e tanti capitali per acquistare decine di quotidiani, ascoltare differenti radio e più televisioni commerciali e pubbliche e, per finire, andare a visiate per alcune ore i siti più importanti in tema di informazioni e di news. Insomma non basterebbero 24 ore al giorno!
Un tempo si diceva che i poteri dello Stato erano tre, l?illuminista per eccellenza Montesquieu elaborò questo concetto nel 1748 allorquando pubblicò il suo libro ?Lo spirito delle leggi?. Ma fin d?allora iniziarono a muoversi le prime critiche sostenendo l?esistenza di ben altri poteri nello Stato. Oggi, sono in tanti a sostenere che i poteri sono almeno 4. Oltre ai tre già citati se ne deve aggiungere un altro: l?informazione. Ma questo quarto potere a chi apparterrebbe, visto che gli Organi sono solo tre Parlamento, Governo e Magistratura? La risposta è semplice! Questo quarto potere appartiene a se stesso, cioè all?Ordine professionale che ha una caratteristica unica nel suo genere. Esso, infatti, è assai trasversale perchè tantissimi dei suoi iscritti e simpampatizzanti appartengono e provengono dagli altri poteri. Proprio questo è la sua forza. Il gioco, quindi, è fatto! L?altissima percentuale di parlamentari iscritti all?Ordine dei giornalisti ci fa capire tante cose. Le stesse provvidenze a favore dell?editoria e della stampa quotidiana sono particolarmente generose con i notiziari di partito, con le cooperative di giornalisti e quant?altro?tutto questo in barba al dettato costituzionale dove si proclama la libertà di pensiero e di stampa. E noi assistiamo passivamente impotenti ad una indebita ingerenza dello Stato nel mercato della informazione che con la scusa di garantire il pluralismo e una corretta informazione ?plasma e alimenta lautamente l?informazione?.
Il settore dell?informazione è pertanto adulterato e la qualità della stessa è per noi tutti un quotidiano e tangibile esempio di disinformazione. Ma c?è un rimedio?
Sì!
E? meglio avere sani dubbi che false verità e per questo la rete di internet è assai indicata, inquina di meno e più pratica e inoltre costa di meno!
Che ne pensate?