I “pacchi della politica” in Italia e la sindrome di Stoccolma

Da qualche tempo i partiti sono nell’occhio del ciclone per via delle cattive abitudini di molti esponenti di partito, molti dei quali ricoprono anche cariche istituzionali.

Il mal governo è diffuso e praticato un po’ in tutta l’Italia: dalle Circoscrizioni, dove i Presidenti riescono a percepire anche 2/3.000,00 euro al mese, fino ai blasonati senatori e Deputati che viaggiano mediamente tutto compreso attorno ai 20.000,00 euro al mese.

Ora le cose si complicano perché, a dire di molti, il nostro sistema richiede delle necessarie ed urgenti modifiche per garantire la governabilità.

Come al solito fra i rimedi sembra si voglia scegliere il più complicato, ovvero il premio di maggioranza con lo sbarramento per i partiti minori.

Questo anche allo scopo di evitare la frammentazione e, di fatto, obbligare "le minoranze" a confluire verso il duopolio politico che tanti vorrebbero creare.

Peraltro, proprio in questi giorni i nostri parlamentari parlano, per la prima volta seriamente, di apportare una significativa riduzione del numero dei parlamentari. Ricordo che i Senatori attuali sono 315 e si vorrebbero ridurre a 184 e creare un Senato federale, mentre i Deputati, che oggi sono  630, si vorrebbero portare a 512, di cui 500 eletti in Italia e 12 dagli italiani all’estero.

 

Sarà un caso ma il numero dei parlamentari a cui si rinuncerà è praticamente pari alla somma dei seggi che spetterebbero ai piccoli partiti che, fra l’altro, non intendono aderire ad alcuna delle sue coalizioni: PD da una parte e Casa della Libertà dall’altra…Ovvero 249.

Se sommassimo i parlamentari verdi, i comunisti italiani, i radicali e una buona parte dei socialisti e degli altri "rompini", verificheremmo che…i conti tornano.

In altre parole il Presidente del Consiglio Prodi e il leader dell’opposizione Berlusconi hanno raggiunto un tacito accordo che potrebbe essere il seguente: "Togliamoci dalle scatole i contestatori, salvaguardiamo la governabilità (ma non la democrazia!) e facciamo una strategia dell’alternanza. Oggi a me e…domani a te.

Gli elettori comprenderanno!

Però c’è un "Grillo" di troppo. Nel senso che non dobbiamo fare i conti senza l’oste, ovvero la capacità di autodeterminazione dell’elettorato pensante, provocata e responsabilizzata anche dall’iniziativa del Vaffa day..

Indipendentemente dal fatto che Grillo presenti liste civiche o altre iniziative, resta il fatto della grande importanza e risonanza che ha avuto la sua iniziativa, grazie alla circostanza che una buona parte dell’opinione pubblica ha aperto gli occhi e si è resa conto dei "giochini della politica" condotti da molti nostri rappresentanti politici e gli elettori si sono rotti per davvero di questa intollerabile situazione.

Questo crescente atteggiamento di rifiuto sta creando consapevolezza e condivisione in buona parte dell’elettorato e penso che, anche se i cittadini non andranno a votare in massa per Beppe Grillo, essi saranno comunque in grado di respingere questa cordata di "nuovo affarismo politico" che, sotto celate spoglie, costituisce una credibile ipotesi di "nuovo compromesso storico".

Anche per questo sarebbe bene riflettere sulla reale possibilità di costruire una terza via,  di progresso, di salvaguardia ambientale, laica, pacifista un’area di aggregazione in grado di catalizzare consensi perfino fra i liberal democratici illuminati, i socialisti, i radicali e i verdi.

Non è possibile che una società matura come dovrebbe essere la nostra debba copiare dei modelli filo americani vedi per adattarli "all’insostenibile leggerezza dell’essere"… italiani.

In altre parole anche se non c’è da essere orgogliosi e felici di pagare le tasse, come fanno in America e come vorrebbe Padoa Schioppa, che forse ha detto queste cose sotto l’effetto di un evidente "cedimento strutturale" psichico e da logoramento dall’ uso della peggiore delle droghe, ovvero "il potere", resta pur sempre il fatto che l’Italia, "campione del mondo", è una meravigliosa e affascinate testimonianza vivente della "sindrome di Stoccolma" che da anni caratterizza in nostro vivere sociale.

Peraltro, più che preoccuparci delle esternazioni di Schioppa, sarebbe opportuno preoccuparsi dei ripetuti e diffusi "cedimenti strutturali del nostro sistema" che, oramai, fa acqua da molte parti.

Forse troppe per un Paese che intende essere e restare democratico.

 

 

 

 

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