Si comunica che nel mese di gennaio 2010 inizieranno due corsi organizzati dalle associazioni Amici di Sardegna ONLUS e ASECON ONG in partnership con il CSV Sardegna Solidale:
1) Operatore socio culturale per soggetti diversamente abili
Formazione in Partnership 2009-2010
Titolo Proposta Formativa
Operatore socio culturale per soggetti con difficoltà relazionali
Associazione Amici di Sardegna ONLUS Via San Lucifero n. 43 – 09125 Cagliari
Il corso è rivolto a soggetti che abbiano già prestato servizi socio culturali o che possiedendo delle buone conoscenze culturali e che abbiamo desiderio di cimentarsi in questo particolare settore, prestando la propia attività in modo spontaneo e gratuito.
La necessità della presente proposta scaturisce dall’esigenza di reperire figure specializzate nell’assolvimento dei compiti connessi all’accompagnamento di persone con difficoltà relazionali (anziani, bambini, portatori di diverse abilità) o nella gestione di eventi, visite guidate, escursioni passeggiate culturali a cui partecipino soggetti di queste categorie. Spesso, nel corso delle varie iniziative organizzate dalla scrivente associazione, si è in presenza di partecipanti e/o fruitori per le quali necessita anche una interpretazione delle aspettative e dei bisogni. Pertanto in base a tali domande è necessario dare delle risposte adeguate che favoriscano non solo la trasmissione delle conoscenze e dei saperi immediati ma anche che agevolino ogni possibile forma di aggregazione e di socializzazione. Per questo motivo il corso si prefigge di colmare le lacune presenti in molte delle persone che prestano attività di tale natura e di dare quel minimo di conoscenze necessarie al migliore svolgimento dei servizi resi. I concetti di bisogno, di intervento, di normalità, di organizzazione sociale sono dei concetti complessi che variano a seconda di chi li enuncia. La consapevolezza della complessità della realtà sociale impone un modo di pensare che ci permette di comprendere i tanti aspetti di una medesima realtà, aspetti che occorre saper distinguere ma contestualmente rendere comunicanti. Se è vero come si diceva che la realtà sociale è formata dalla complessità e dalla contemporanea interazione di molti fattori ne discende che il lavoro degli operatori dei servizi socio culturali, sia pubblici che privati, si articola su molti elementi, riassumibili in:
– la professionalità che comprende il bagaglio teorico pratico, le competenze specifiche, il ruolo, il metodo di lavoro nell’ambito dei servizi;
– le funzioni svolte dai servizi aventi per obiettivo la prevenzione del disagio, l’aiuto alle persone in difficoltà, lo sviluppo comunitario;
– il sapere che si alimenta in un continuo circuito tra progettazione, attività, valutazione;
– la filosofia dell’azione sociale che è per definizione rivolta agli uomini, e quindi etica, che pone al centro del suo interesse la dignità della persona umana nella sua singolarità e con i propri diritti personali e sociali;
Ecco perché, pur nell’ambito della propria professionalità e delle proprie competenze, ogni operatore dei servizi socio-culturali, dovrebbe possedere una sorta di formazione "trasversale" tale da facilitarne l’azione in tempo reale e l’adattabilità ai contesti di riferimento.
Formare delle persone cha sappiano trattare una utenza differenziata ed assai eterogenea e che abbiano delle specifiche competenze, conoscenze e capacità non solo nell’area riferita ai saperi ma anche delle relazioni e comportamenti. In altre parole si vorrebbero formare dei soggetti che sappiano relazionarsi in modo trasversale non solo in relazione ai beneficiari delle azioni ma anche ai contenuti dei saperi. Inoltre essi dovranno essere capaci di adattarsi alle varie ed impreviste situazioni in cui potrebbero trovarsi ad operare. Infatti l’utenza di nostro riferimento è caratterizzata da una serie di differenti problematiche sia di natura fisica che psicologica e comportamentale. In considerazione della crescente richiesta di specifici servizi, si rende necessaria la implementazione dei saperi e dei comportamenti dei nostri operatori. Possedere una discreta preparazione accompagnata da padronanza professionale che sia sostenuta da buone capacità relazionali; possedere adeguate forme espressive, positivi atteggiamenti comportamentali adattabili e fungibili all’interno di un gruppo di lavoro. Gli obiettivi specifici che con la presente proposta s’intendono conseguire sono:
– bagaglio interdisciplinare, volto ad integrare in modo unitario i contributi di varie discipline (sociologiche, psicologiche, culturali e tecncihe), aspetto sconosciuto al curriculum formativo di molte professioni, ancora fondato sui modelli separati della cultura classica;
– rilevanza alla globalità della persona, considerata nella sua singolarità ed in rapporto all’ambiente familiare, scolastico, lavorativo, ecc,;
– sistemi metodologici di studio/valutazione delle situazioni, dell’intervento psico-sociale nonché l’utilizzo di tecniche specifiche per primo approccio in modo da dare sin dall’inizio spessore qualitativo all’intervento;
– azione per il superamento o cambiamento della situazione disfunzionale, attraverso l’uso integrato di tutte le forze attive individuali e sociali (famiglia, comunità di appartenenza, rete di servizi pubblici/privati, rete informale e volontariato).
L’approccio a cui in questa sede si vuole dare rilevanza è quello che focalizza l’intervento non sulla persona o sull’ambiente separatamente considerati, ma sulla relazione tra i due elementi.
Il corso si sviluppa nel corso di due incontri settimanali e si articola in tre fasi:
1) Scambio di informazioni e conoscenza dei e fra i partecipanti allo scopo di conoscere i percorsi di provenienza dei corsisiti, le loro aspettative e bisogni, illustrare le finalità del corso, i tempi e i modi delle strategie di azione formativa.
Due incontri di 3 ore ciascuno tot. 6 ore
2) Contentui metodologici riferiti alle seguenti aree:
Antropologia culturale; Comunicazione sociale; Geo politica e sociologia economica
Progettazione degli interventi socioculturali; Legislazione e politiche nei servizi socio-culturali
Psicologia sociale e modelli relazionali; Il patrimonio territoriale (ambiente umano e ambiente naturale)
Sette incontri di 3 ore ciscuno tot. 21 ore
3) Esercitazioni pratiche in affiancamento con esperti
Tre incontri di cui uno di 3 ore e due da cinque ore tot. 13
Visite nei quartieri storici della città di Cagliari (Stampace, Marina, Castello e Villanova)
Monte ore complessio 40 ore
In itinere sarà periodicamente effettuato il monitoraggio delle attività.
2) Operatore cooperazione allo sviluppo. Socio volontario o cooperante di Onlus e ONG.
I corsi si terranno a Cagliari nel quartiere di Is Mirrionis e saranno entrambi di 40 ore con due incontri settimanali serali.
I docenti sono di elevata professionalità e/o provenienti da organizzazioni di settore con esperienza pluriennale anche estera.
Formazione in Partnership 2009-2010
Titolo Proposta Formativa
Cooperazione allo sviluppo per volontari e cooperanti di ONLUS e ONG
Associazione Amici senza confini ASECON ONG – Via Baronia 19 – 09121 Cagliari
Codice Fiscale 01867160903
Il percorso formativo è rivolto a 40 persone che hanno deciso di coinvolgersi in prima persona sui temi della cooperazione internazionale, inclusa la possibilità di lavorare all’estero come volontari e cooperanti inseriti in un progetto di cooperazione.
I partecipanti dovranno inviare alla segreteria, il proprio curriculum vitae specificando le motivazioni che li spingono a partecipare alla formazione proposta. Qualora il numero di domande fosse superiore a quaranta, si terrà una selezione curata dal comitato tecnico-scentifico, composto dal Presidente della ONG, Roberta Mancae dalla Prof.ssa Battistina Lostia, che potrà anche prevedere diverse modalità, tra cui anche un colloquio.
Nell’ambito di questi questo intervento non stiamo cercando di fare generica educazione allo sviluppo diretta alla società civile con lo scopo di sensibilizzare chi non lo è ancora sui temi del "sottosviluppo", dell’ingiusta ripartizione dei beni, dello sfruttamento delle risorse naturali, del debito estero, della colonizzazione economica e degli effetti perversi di una globalizzazione a senso unico. Stiamo invece cercando di comunicare gli elementi informativi e formativi basilari che possano costituire gli strumenti ed i criteri di lavoro di persone che abbiano deciso di coinvolgersi in prima persona sui temi della cooperazione internazionale e conoscere e/o aggiornare il proprio patrimonio di conoscenze. Nello specifico si interverrà sulle tematiche tecnico legali, motivazionali, comportamentali e deotologiche. Nella Legge 49/87, che delinea la ‘Nuova disciplina della cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo’ l’Italia definisce le linee della propria politica, nell’ambito degli obiettivi internazionali di sviluppo sanciti dalle Nazioni Unite: le attività di cooperazione in favore dei PVS sono svolte da enti pubblici e privati, ONLUS, ma anche dalle ONG. Esistono diverse tipologie di Volontari e Cooperanti allo sviluppo: progettisti, consulenti, operatori umanitari e ambientali, che lavorano nei settori dell’assistenza, della sanità, della prevenzione dei disastri naturali, dell’educazione e della formazione, del commercio, dell’artigianato e così via. In particolare, gli ambiti di intervento del Volontario e Cooperante allo sviluppo sono: assistenza socio-sanitaria; tutela dei diritti umani; aiuti alimentari; educazione di base e formazione professionale; sostegno ai minori, vittime delle guerre, del lavoro minorile, dello sfruttamento sessuale e del lavoro forzato, compreso il reclutamento obbligatorio nei conflitti armati; sostegno ai programmi di lotta all’AIDS e ad altre epidemie; sviluppo dell’imprenditoria locale, valorizzando tradizioni ed esperienze; sicurezza alimentare e sviluppo rurale; sviluppo industriale sostenibile, in armonia con le risorse ambientali; lotta al crimine e alla droga; interventi specifici per migliorare la condizione femminile, promovendo lo sviluppo culturale e sociale della donna; attuazione di programmi di educazione sui temi dello sviluppo, anche in ambito scolastico, e di iniziative volte all’intensificazione degli scambi culturali tra l’Italia e i Paesi del Terzo Mondo; interventi in materia di ricerca scientifica e tecnologica, finalizzati al trasferimento di tecnologie appropriate nei Paesi in via di sviluppo; sostegno a programmi di informazione, che favoriscano la partecipazione ai processi di democrazia e di sviluppo; valorizzazione del patrimonio culturale dei PVS. Finalità del presente intervento è quello di consolidare specifiche conoscenze e competenze e di prospettare ai partecipanti tutta una serie di scenari tecnico operativi finalizzati alla consapevolezza del proprio agire fuori dal nostro Paese.
Le competenze del Volontario e Cooperante allo sviluppo sono diverse, in relazione alle attività che esso svolge. Infatti, per assolvere a questi compiti, sono richieste conoscenze di tipo tecnico-specialistico (di medicina, ingegneria, scienze agrarie, scienze della formazione ecc.) accanto a quelle relazionali, che sono trasversali a tutti i profili. Prerequisiti di base per essere un Volontario o Cooperante sono la conoscenza fluente di una lingua straniere (in particolare dell’inglese ed eventualmente della lingua del paese di destinazione), insieme ad un eccellente stato di salute, alla capacità di adattarsi a situazioni difficili, alla disponibilità a viaggiare frequentemente e di risiedere per un certo periodo di tempo in Paesi poveri, molto diversi da quello in cui stabilmente si vive.
Oltre a queste competenze è necessario fornire all’operatore una serie di elementi che gli permettano di conoscere la cultura, le tradizioni e le abitudini del Paese in cui dovrà operare e di avere una buona conoscenza di tutti gli aspetti tecnico giuridici e deontologici legati allo svolgimento della propria missione. Tutto il corso verrà realizzato con metodologie innovative allo scopo di assicurare a tutti i partecipanti un reale coinvolgimento nelle varie fasi ed un apprendimento basato sul "fare" piuttosto che sull’"ascoltare".
Il corso inizia quindi con un intervento sul concetto di sviluppo, sulla politica degli aiuti umanitari e le politiche finanziarie degli organismi internazionali, con particolare riferimento al ruolo potenziale delle ONLUS e delle ONG in quest’ambito e sugli aspetti generali della logistica nei progetti nei PVS. Una sezione del corso prevede una valutazione della prospettiva di genere nelle politiche dello sviluppo e l’analisi degli strumenti per una corretta pianificazione di genere. Particolare attenzione verrà posta sulle politiche degli interventi d’emergenza che così spesso si rendono apparentemente necessari per cercare di alleviare i danni apportati dalle catastrofi di origine naturale o causate dall’uomo. Andando oltre l’analisi delle possibili motivazioni degli interventi delle ONLUS e delle ONG in questi scenari, ci si concentrerà anche sulla pianificazione di un intervento di emergenza umanitaria e sulla raccolta di dati per una rapida valutazione dello stato di popolazioni rifugiate con particolare riferimento ai criteri valutativi della situazione sanitaria. Inoltre una parte sostanziale del corso si concentrerà sulle metodologie di gestione del ciclo di un progetto. Si metteranno in particolare risalto quegli aspetti del processo che possono contribuire in modo sostanziale a migliorare la qualità di un progetto di un cooperazione: l’identificazione degli obiettivi dell’intervento, il ruolo dei beneficiari, la preparazione di un documento di progetto consistente ed esauriente, l’esame dei fattori di sostenibilità, l’uso di procedure trasparenti ed alcuni elementi di valutazione. Nell’ambito dell’analisi dei fattori di sostenibilità si esamineranno con particolare attenzione gli aspetti ambientali e quelli sociali. Inoltre saranno svolti degli "studi di caso" allo scopo di svolgere degli approfondimenti pratici. La concretezza dei casi proposti porterà con sé quella varietà e complessità che solo le situazioni reali potranno offrire. Struttura:
I Modulo: 6 ore La crisi del paradigma sviluppo (due incontri settimanali da 3 ore) Tema:il senso della cooperazione, lo sviluppo sostenibile e il codice deontologico
II Modulo: 8 ore Politica degli aiuti umanitari, problematiche ambientali e prospettiva di genere nelle politiche di sviluppo (due incontri settimanali da 4 ore) Tema: Politiche di sviluppo
III Modulo: 6 ore Pianificazione di un intervento di emergenza umanitaria (due incontri settimanali da 3 ore) Tema: la progettazione di emergenza
IV Modulo: 20 ore Metodologie di gestione del ciclo di un progetto (cinque incontri settimanali da 4 ore) Tema: Dalla progettazione alla gestione. Soluzione di problemi in progress
Il corso è a frequenza obbligatoria. Alla conclusione di esso gli iscritti che avranno frequentato almeno l’80% delle lezioni e svolto le attività previste consegiuranno, un attestato di partecipazione, riconoscibile come credito formativo.
Per informazioni rivolgersi a questo blog o scrivere a:
amicidisardegna@tiscali.it per il corso 1)
amici.senzaconfini@tiscali.it per il corso 2)
Per tutti coloro che non supereranno il 20% di assenze sarà rilasciato un attesatato di credito formativo