Abbiamo chiesto ad un noto giurista che per motivi di opportunità intende restare anonimo cosa ne pensasse della vicenda processule di Tuvixeddu.
Dal tenore del colloquio avuto possiamo tracciare il seguente quadro.
Con la locuzione latina "Pacta sunt servanda" si esprime un principio fondamentale e universalmente riconosciuto dal diritto, ovvero: i patti, i trattati, le intese o più in generale gli accordi degli Stati vanno rispettati. L’art. 26 della Convenzione sul diritto dei trattati (Vienna, 23 maggio 1969) è rubricata pacta sunt servanda e afferma: «Ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere da esse eseguito in buona fede.»
D. Un accordo di programma sottoscritto da una pluralità di soggetti pubblici e privati è un patto?
R. Decisamente si!
D. Qualora la normativa dovesse successivamente mutare, possono essere inficiati gli atti posti in essere sulla base della precedente normativa?
R. Normalmente no, perché la legge non dispone che per il futuro, non per quello che è stato! In una società civile non dovrebbe essere possibile stravolgere, a distanza di anni, le intese raggiunte se conformi alla normativa del tempo. Peraltro la retroattività della legge, almeno in campo penale, è assai limitata e ai soli casi in cui esse essa è più favorevole al reo.
D.Ma la Regione sarda non ha potestà di imperio; non si pone e rapporta nei confronti dei privati su di un livello di supremazia?
R. Non sempre. Infatti quando essa opera nell’ambito della concertazione degli accordi di programma essa si trova su di un piano di parità rispetto ai privati.
D. Ma il PPR non ha forza di legge?
R. Si…ma per il futuro, fatta eccezione per macroscopiche situazioni di illegalità. Esso non può stravolgere il pregresso.
D. La commissione regionale del paesaggio è stata costituita nel rispetto della legge?
R. Penso proprio di no. Lo dimostra anche la recente sentenza del TAR Sardegna che ha "rammentato" alla Regione che un atto amministrativo non ha forza di legge proprio perché sottordinato rispetto a quest’ultimo. Solo una legge avrebbe potuto prevedere la costituzione di una commissione "ad acta", individuando i criteri e le modalità di scelta, che in uno Stato di diritto non possono essere lasciate alla discrezionalità degli amministratori.Per concludere penso che quanto è stato detto sia proprio vero, ovvero: "Il TAR Sardegna, purtroppo, ha ragione. Non poteva fare altrimenti!" Sarei curioso di vedere se questi argomenti saranno trattati nel corso delle immineni manifestazioni organizzate dalle solite "associazioni di apparato in difesa della linea fortemente voluta dal Presidente Renato Soru.PS dimenticavo, si pensi solo un attimo a quanto si è speso fino ad oggi in "Affari legali" e quanto sono costati i lavori della Commissione del Piano Paesaggistico Regionale. Giusto per fare un esempio, perché la Commissione regionale per gli esami di Direttore tecnico di Agenzia di Viaggio (10 componenti), che ha lavorato per oltre due anni, riunendosi decine di volte, è costata poco più di 10.000 euro e la Commissione del Paesaggio è costata oltre 200.000 euro oltre ad altri benefit?
Roberto Copparoni