Ecco un segno della salvaguardia sull’Isola
Foto scattata nel luglio 2008
Malu Entu: La regione acquisti l’Isola
Apprendiamo dalla stampa che l’Assessore all’Ambiente Morittu ha manifestato la disponibilità della Regione Sarda di acquistare l’isola di Malu Entu per porre fino ad un’incredibile vicenda che da diversi anni si sta trascinando.
Al riguardo si manifesta il nostro più vivo apprezzamento per l’iniziativa che, se realizzata, sarebbe tanto apprezzata dalla stragrande maggioranza dei sardi.
Sembra incredibile che un pezzo del nostro territorio possa essere venduto agli americani.
Con questo non voglio entrare nel merito della legittimità della transazione che il proprietario inglese è libero di fare con chi meglio crede, voglio solo ricordare che ci sono voluti decenni di lotte per liberarci dalle servitù militari americane a Santo Stefano e ora si vorrebbe cedere un pezzo assai importante, quanto incredibilmente sconosciuto proprio dai sardi.
Alcune associazioni ambientaliste ritengono che l’acquisito sia denaro sprecato.
Del resto cosa ci si può aspettare da chi ha sempre detto no e ha sempre disprezzato ciò che non proveniva dal proprio sacco!
Anzi è vero proprio il contrario.
La Regione non si lasci sfuggire questa opportunità di affrancare un pezzo della nostra identità.
Dico questo, a ragiom veduta, per una serie di motivi, che ho avuto modo di verificare personalemente nel corso degli studi svolti proprio sull’isola, in oltre 20 anni di attività, fra cui:
- 1) L’isola anche se inserita in un’Area Marina Protetta (Sinis Mal di Ventre), non è assolutamente salvaguardata. Tutti, in tutte le stagioni, si possono recare senza alcun controllo. soggiornare, cacciare, pescare, fare scavi clandestini ed asportare rocce, reperti e piante ed animali, come le piccole tartarughe.
- 2) Per la sua importanza l’isola di Malu Entu dovrebbe essere patrimonio dell’umanità e non di un’amministrazione comunale che, fra l’altro, non ha neppure interesse e i mezzi necessari per intervenire e valorizzarla compiutamente.
- 3) La flora e la fauna dell’isola presentano delle specie endemiche assai importanti e il suo territorio è costituito al 98% da antichissimi graniti con delle incredibili inclusioni di cristalli di quarzo che, milioni di anni fa, hanno visto emergere dal mare buona parte della Sardegna.
- 4) Ricordo solo un momento che tutte le bianchissime spiagge di cristallo di quarzo presenti nel Sinis sono il risultato di un lento processo determinato dal congiunto operare dello sgretolamento del rocce di Malu Entu e dalle correnti marine alimentate dal vento di maestro che portano proprio in direzione del Sinis.
- 5) Sull’isola vi sono numerosissime testimonianze archeologiche di varie epoche, dal neolitico, al nuragico, dal periodo romano all’era monastica e giudicale.
Nonostante l’isola nel 1978 sia stata sottoposta a vincolo archeologico, non è mai stata effettuata alcuna campagna di scavi.
- 6) Malu entu è l’unica isola minore della Sardegna in cui è presente un villaggio nuragico. Peraltro sono ancora visibili i resti di un’estesa villa romana (citata anche dal Canonico Giovanni Spano, dove era presente anche una fontana ricca di acqua!), di un probabile pozzo sacro, e di un monastero.
Pensate che tutto questo possa bastare per suscitare l’interesse di qualcuno?
La storia della Sardegna (spesso misconosciuta a molti!) passa anche attraverso la conoscenza di questa importantissima isola che alla fine de 1100 ospitò anche Papa Lucio III, presso il locale monastero, peraltro mai riportato in luce!
Se diciamo di amare la nostra isola, smettiamola di fare sceneggiate e manifestiamo la nostra determinazione con fatti concludenti, come l’acquisto dell’isola, meglio se fatto dalla o insieme (attraverso una pubblica sottoscrizione) con la Regione sarda… per il riscatto della nostra identità!
Prof. Roberto Copparoni
Presidente Associazione Amici di Sardegna ONLUS